Cosa sappiamo finora di Andrea Papi «ucciso da un orso»: gli indizi sull’animale e il sangue sugli alberi

In giornata è attesa l’autopsia. La guerra tra animalisti e popolazione locale

Le macchie di sangue sono ancora sulle cortecce degli alberi. Abeti bianchi di un bosco della val di Sole, in Trentino, dove è stato trovato morto il runner Andrea Papi. Un 26enne appassionato di corsa in montagna, laureato da poco in scienze motorie. Sul corpo sono state trovate tracce e ferite. Per i residenti non c’è dubbio: è stato un orso. E puntano il dito contro Mj5, che ha aggredito un escursionista il mese scorso. Ma a confermarlo con certezza sarà solo l’autopsia, attesa in giornata. A seguire, verranno fatte le analisi genetiche. E se i riscontri scientifici ufficiali diranno che è stato l’orso, verrà emesso un ordine di cattura e abbattimento dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti. Il governo è stato informato. Ma il possibile abbattimento divide già il paese, come già successo con Mj5.


Animalisti contro abitanti

La popolazione locale è a favore e sollecita l’intervento, mentre gli animalisti ricordano che l’orso è una specie protetta. Oipa (associazione per la protezione animali) richiama alla prudenza: «Aspettiamo gli esiti degli esami. Invitiamo politici e residenti a una maggiore precauzione». E ricordano: «Quella di Fugatti contro gli orsi non è una battaglia nuova. Ci sono state catture finite male, minacce di abbattimento. È una strategia politica che strizza l’occhio all’elettorato di destra», dichiara il responsabile Fauna selvatica di Oipa, Alessandro Piacenza.


Chi è la Andrea Papi

Si era laureato in Scienze motorie due anni fa. Lavorava in una macelleria a Croviana, a 5 km da casa. Appassionato di running, come era solito fare, anche l’altro ieri è partito di casa con t-shirt e pantaloncini. Ha imboccato la forestale che dal fondo della Val di Sole risale il monte Peller e, in poco più di un’ora e dopo oltre 800 metri di dislivello, ha raggiunto malga Grum. Attorno alle 17.30 ha inviato alla madre un video che mostra l’alpeggio già privo di neve. Poi l’ultima stories su Instagram pubblicata poco prima di morire: un paesaggio montano e una sola parola: «Peace». Da lì non ci sono più state notizie. A casa lo aspettavano la compagna, Alessia Gregori, e alcuni amici. Non vedendolo arrivare, Gregori alle 19 ha avvertito le autorità. Così sono partite le ricerche. E uno dei due cani molecolari ha colto la traccia decisiva poco dopo le 2, portando i soccorritori fino al corpo del runner. Suo padre, romagnolo, si è trasferito da anni in Trentino, e lavora negli alberghi.

Le tracce dell’orso

«Le tracce dell’incontro con l’orso partono in località Crocifisso, sotto Pra del Conz, a quota 1.200 metri. Andrea scendeva di corsa lungo la forestale, ma all’improvviso ha tagliato due curve, giù dalla scarpata. Tracce di sangue e sottobosco sconvolto proseguono per 150 metri, in un’area impercorribile a causa di rami ammassati, proprio fino al tronco in cui l’abbiamo trovato», fa sapere Fabio Angeli, capo della Forestale di Malè a Repubblica. Indizi che avvalorano l’ipotesi dell’aggressione da animale selvatico, e non certamente un malore. Sono settimane che le persone segnalavano avvistamenti. Oltre a diverse pecore sbranate. «Ferite devastanti alla testa e su tutto il corpo – spiega dice Claudio Schwarz, capo del soccorso alpino – inspiegabili con una caduta accidentale o con l’aggressione di un animale di piccola taglia». Si esclude quindi anche l’ipotesi che a colpirlo sia stato uno dei tre branchi di lupi che sono stati segnalati in paese.

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