Soccorso per la maestra dell’Ave Maria, Sgarbi vuole risarcirla. L’assessore in Sicilia le offre un lavoro: «A quella che conosceva Messina Denaro solo 10 giorni, a lei 20» – I video

«Pregare è disciplina» dice Sgarbi in un video su Youtube in cui annuncia di voler organizzare un incontro con l’insegnante che secondo lui deve essere risarcita

Arriva dalla Sicilia l’ultimo soccorso per Marisa Francescangeli, la maestra di Oristano sospesa con riduzione di stipendio per aver fatto recitare l’Ave Maria e altre preghiere ai suoi alunni in classe nei giorni prima di Natale. Contro il provvedimento che ha colpito l’insegnante si scaglia l’assessore all’Istruzione della Regione Sicilia Mimmo Turano, che in un video sui social lancia la proposta di voler dare alla 58enne un lavoro da consulente. Una sorta di risarcimento materiale da parte dell’esponente leghista per una donna che secondo lui ha subito un’ingiustizia: «È incredibile quanto succede in Italia – ha detto Turano – la maestra che conosce Matteo Messina Denaro viene sospesa per dieci giorni, mentre una maestra che fa recitare le preghiere in classe viene sospesa per venti 20. Che senso ha? – si chiede – Io la prendo come consulente».


La protesta di Sgarbi

A sostegno della maestra era intervenuto anche Vittorio Sgarbi, che aveva chiesto al ministro Giuseppe Valditara di revocare la sospensione e il dimezzamento dello stipendio. Anche il sottosegretario alla Cultura aveva parlato di assurdità contro l’insegnante e aveva annunciato di volerla risarcire innanzitutto invitandola al ministero: «È assurdo quanto accaduto – aveva detto Sgarbi – alla luce delle precisazioni della maestra che non ha imposto un bel nulla ma semplicemente assecondato le richieste dei suoi alunni. Questa sospensione è un affronto alla nostra cultura cristiana, alle nostre tradizioni, alla nostra storia che è legata indissolubilmente al Cristianesimo. Sono certo che io ministro vorrà fare giustizia di questo abuso».


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