Stop alla pillola abortiva, la Casa Bianca fa ricorso contro il Texas. Insorgono le case farmaceutiche: «Ignorati decenni di prove scientifiche»

Nominato da Donald Trump, il giudice del distretto del Texas Matthew Kacsmaryk ha deciso la sospensione della commercializzazione del mifepristone

A distanza di poche ore dalla decisione di sospendere la commercializzazione della pillola abortiva Mifepristone da parte del giudice Matthew Kacsmaryk in Texas, il Dipartimento di giustizia americano ha chiesto alla corte d’appello di sospendere la sentenza. Nominato da Donald Trump, due giorni fa Kacsmaryk ha deciso la sospensione del farmaco nello Stato Usa «per motivi di sicurezza», sposando la causa di alcuni medici e gruppi pro vita. A intervenire sulla questione poche ore fa sono stati anche i manager di 250 società farmaceutiche, che ora chiedono di capovolgere la sentenza della corte del Texas in quanto costituirebbe una «minaccia per un intero settore». Nella lettera firmata fra gli altri anche dall’amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla e dal presidente di Biogen, Alisha Alaimo, i manager parlano di una decisione «che ignora decenni di prove scientifiche e di precedenti legali» e che va per questo bloccata il prima possibile. «Il giudice Matthew Kacsmaryk del distretto del Texas del nord», continua il testo, «crea un precedente che riduce l’autorità della Food and Drugs Administration e, facendolo, crea incertezza per l’intera biofarmaceutica».


La decisione da parte del giudice federale di sospendere l’utilizzo del Mifepristone, quella che in Italia è conosciuta come Ru486, prevede anche l’annullamento temporaneo dell’approvazione dell’ente regolatore per i farmaci americano, l’Fda, vietando la pastiglia in tutti gli Stati Uniti. L’entrata in vigore effettiva della sentenza è stata però rinviata di sette giorni per consentire al governo federale di presentare appello. Poche ore dopo, un giudice federale nello Stato di Washington, nominato dall’ex presidente democratico Barack Obama, ha stabilito invece che la Fda deve mantenere la pillola disponibile in più di una dozzina di Stati a guida democratica. A intervenire sulla questione è stato il presidente Usa Joe Biden, dichiarando guerra alla decisione del giudice del Texas. «Si tratta di un passo senza precedenti nella privazione delle libertà fondamentali alle donne e un attacco politico e ideologico», ha detto l’inquilino della Casa Bianca commentato la sentenza. Ordinando poi al dipartimento alla Giustizia di presentare un appello. A non essere d’accordo con la decisione del giudice ferale è stato anche Jack Resneck Jr, presidente dell’American Medical Association, la più grande associazione medica negli Stati Uniti: «Una scelta che minaccia di impedire l’accesso a un farmaco sicuro ed efficace che è stato utilizzato da milioni di persone per più di 20 anni», ha spiegato.


La causa dei medici e gruppi pro vita alla Fda

Se all’epoca della sua approvazione, nel 2000, il Mifespristone poteva essere somministrato solo in ospedali, cliniche e studi medici, nel luglio 2020 la Fda ha eliminato l’obbligo per le donne di ritirare la pastiglia in un consultorio o ambulatorio e di assumerlo sotto la supervisione di un medico, consentendo alle pazienti di comprarla in farmacia o riceverla per posta e di prenderla a casa. Anche per questo un insieme di cinque gruppi per la vita e alcuni medici aveva fatto causa alla Fda in Texas, sostenendo che l’agenzia «non ha esaminato adeguatamente le prove scientifiche o seguito protocolli adeguati quando ha approvato il Mifepristone 23 anni fa e che da allora ha ignorato i rischi che il farmaco pone per la sicurezza delle donne».

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