Artem Uss, ecco perché la Corte d’appello ha concesso i domiciliari nonostante l’allerta di un giudice sul rischio di fuga

Nelle motivazioni dell’ordinanza di concessione dei domiciliari, un magistrato milanese aveva scritto che il pericolo di fuga dell’imprenditore russo era giustificato dai suoi «appoggi internazionali»

L’imprenditore russo Artem Uss, evaso lo scorso 22 marzo, «è radicato in Italia e ha dimostrato di disporre di una abitazione a Basiglio, nel Milanese» e in questa situazione familiare «non è più necessario il mantenimento della misura più afflittiva del carcere». È quello che si legge nell’ordinanza, datata 25 novembre, con cui la Corte d’appello di Milano ha disposto i domiciliari con braccialetto elettronico per l’imprenditore russo, figlio di Aleksandr, governatore della regione di Krasnoyarsk. Una misura, quella dei domiciliari, che secondo i giudici Fagnoni-Curami-Caramellino, «risultava idonea a garantire l’eventuale consegna della persona» agli Stati Uniti. Sempre nella documentazione che la Corte d’appello del capoluogo lombardo ha inviato al ministro della Giustizia, Carlo Nordio – il quale ha chiesto chiarimenti sulla fuga dell’uomo di affari vicino a Vladimir Putin – i giudici milanesi scrivono che dai documenti avuti dall’autorità giudiziaria americana non si poteva desumere, a sostegno del pericolo di fuga, che Uss si fosse «allontanato dal luogo di commissione» dei reati contestati dagli Usa. «Non risulta, infatti – scrive la Corte -, che egli si sia mai recato a New York e nel Distretto di New York».


Il pericolo di fuga giustificato dai suoi «appoggi internazionali»

Un magistrato, tuttavia, avrebbe sollevato la necessità di inasprire le misure cautelari. Appena convalidato l’arresto con la custodia in carcere nei confronti dell’imprenditore russo vicino al leader del Cremlino, un giudice della Corte d’appello aveva scritto nel provvedimento che il pericolo di fuga di Uss era giustificato dai suoi «appoggi internazionali», nonché dalla sua «assenza di una fissa dimora in Italia» e, infine, dall’«entità della pena» che dovrebbe scontare negli Stati Uniti. A fine novembre, tuttavia, i giudici milanesi hanno accolto l’istanza dei domiciliari, facendo proprie le argomentazioni della difesa, ovvero che il 40enne stava radicando i suoi interessi in Italia, anche perché aveva effettuato investimenti immobiliari. Acquisti, questi, realizzati attraverso – scrive Ansa – una società cipriota controllata da un’altra società proprietaria di un hotel di lusso in provincia di Sassari. Nel 2022, la moglie dell’imprenditore russo ha inoltre comprato un appartamento a Basiglio, nel milanese, «preso come prima casa e con dichiarazione di trasferire, entro 18 mesi, la residenza». Quando fu arrestato a Malpensa, il 17 ottobre scorso, Uss – aveva rimarcato la difesa – era in compagnia della moglie, era stato «qualche giorno a Milano e stava rientrando, via Turchia, in Russia». Uss, per i giudici che hanno disposto i domiciliari, «ha dimostrato di disporre di una abitazione e la moglie ha dato la disponibilità ad accoglierlo nella casa presa in affitto, vicino a quella comprata e in ristrutturazione».