L’addio a Julia Ituma dell’amica Virginia Adriano, l’ultima foto insieme: «Parlavi tanto di futuro, poco dei tuoi problemi: vorrei averti abbracciata più forte»

La lettera della pallavolista del Club Italia all’amica scomparsa lo scorso 13 aprile

«Vorrei averti stretta più forte l’ultima volta che ti ho abbracciata» scrive in un lungo post dedicato a Julia Ituma l’amica Virginia Adriano, pallavolista classe 2004 che gioca in A2 con il Club Italia, dove ha militato anche la 18enne morta a Istanbul. Insieme hanno condiviso la maglia della Nazionale under 19 con cui hanno vinto l’Europeo nel 2022. Alla vigilia dei funerali di Ituma, Adriano pubblica l’ultima foto scattata insieme all’amica: «Mi manchi – scrive la pallavolista – Vorrei averti stretto più forte l’ultima volta che ti ho abbracciata. Vorrei poterla ricordare quando chiudo gli occhi e ti penso, l’ultima volta che ti ho stretta tra le mie braccia. La vorrei ricordare nitida come ricordo i tuoi occhi e il colore della tua pelle. Come ricordo il tuo profumo. Mi piaceva tanto sentire il tuo profumo quando mi abbracciavi. Perché anche se non era una cosa tua. Anche tu mi abbracciavi. Non so se ti piacesse, se tu abbia mai voluto farlo. Ora non lo so. Non lo so più se ti conosco. Forse non l’ho mai fatto abbastanza. Non ti ho mai conosciuta abbastanza. Non ti ho mai ascoltata abbastanza. Non ti ho mai capita abbastanza». «Forse avrei dovuto chiederti come stessi, di più – scrive Virginia Adriano – Avrei dovuto capirti, di più. Avrei dovuto intuire. Senza forse, i Forse vanno solo per le piccole cose. Quelle grandi o sono o non sono: le tue erano tutte cose grandi. Lo erano. Erano cose enormi e importanti. Non erano mediocri o trascurabili. Forse un po’ nascoste o per lo meno offuscate, ma avrei dovuto capirle, me ne sarei dovuta accorgere». L’ultima volta che le due ragazze si sono viste era il 18 settembre. Adriano ricorda la grande riservatezza dell’amica: «Parlavi tanto dell’amore, tanto del futuro, delle insicurezze, delle scelte, delle occasioni, degli errori, dei problemi, di quelli della vita, di quelli degli altri, dei tuoi? Poco. Mai abbastanza. Il 18 settembre hai preso un treno e te ne sei andata dicendomi che eri stanca. Il 18 settembre mi sono arrabbiata. E ho sbagliato a non accorgermi che qualcosa non andava bene. Ho sbagliato a non dirti che non mi importava. E che anche quella volta ti avrei perdonata. Ho sbagliato ad aspettare te e non pensare che l’avrei rimpianto per tutta la vita. Piangerò quando ti rivedrò. Ma ora sorrido perché so che sei felice. Lì sei felice. Perché qui non lo eri e hai preferito andare lì. Ma se lì sei felice abbastanza allora va bene così. Se lì sei felice e sorridi allora sorrido anche io qui. E mi ricordo di te quando qui sorridevi anche tu. Ti amo Tua, Neve»


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