Spagna, licenziato per aver bevuto litri di birra nei giorni di lavoro. Il tribunale ordina il reintegro: «Nessuna prova che fosse ubriaco»

Dopo 28 anni nella compagnia elettrica di Murcia, l’uomo era stato pedinato da un detective assunto dai suoi datori

Licenziato per aver bevuto durante un turno di lavoro più di tre litri di birra, e poi ancora vino e un po’ di brandy. Ora il tribunale spagnolo ha considerato sbagliata la decisione sull’elettricista mandato a casa nel settembre 2021 perché l’azienda «non ha dimostrato che quel consumo di alcol lo abbia lasciato inebriato, ubriaco o incapace di fare il suo lavoro». Ad aver ricevuto la sentenza dell’alta corte nella regione sud-orientale di Murcia è stata la compagnia elettrica che aveva scelto di licenziare in tronco il suo dipendente dopo 28 anni di rapporto di lavoro: il tribunale ha ordinato alla società di pagare l’uomo 47mila euro di risarcimento e di reintegrarlo in azienda. Oltre a non aver fornito motivi sufficienti per il licenziamento dell’uomo, il tribunale ha notato che «l’azienda non ha tenuto conto dell’effetto che la calda estate di Murcia avrebbe potuto avere sul bere dell’uomo».


I pedinamenti del detective e i litri di alcol consumati

L’elettricista è stato licenziato nel settembre 2021 dopo che un detective privato, assunto dai suoi datori di lavoro, ha seguito lui e il suo furgone aziendale. Secondo quanto riportato dalla lettera di licenziamento, il 5 luglio l’uomo e uno dei suoi colleghi erano stati osservati fermarsi per un drink in un bar alle 8.27 del mattino. Il detective non ha mai specificato però se quella bevanda fosse stata alcolica. «All’ora di pranzo di quel giorno, la coppia ha comprato una pagnotta di pane, del cibo, quattro lattine di birra San Miguel e una bottiglia da un litro di birra Estrella de Levante», continua l’azienda. «Più tardi nello stesso pomeriggio, l’uomo è stato visto bere un’altra lattina di birra. Poco prima delle 18.30, è stato visto comprare e bere un’altra lattina di birra prima di tornare alla base dell’azienda a Murcia per lasciare il furgone lì». Ma dopo quel 5 luglio. le indagini dei datori di lavoro sono andate avanti. «Due settimane dopo, lui e due colleghi sono stati visti bere un totale di sette litri di birra tra metà mattina e la fine della loro pausa pranzo», spiega l’azienda secondo gli elementi raccolti dal detective assunto. «Più tardi quel giorno, l’uomo è stato avvistato mentre beveva due lattine da 330 ml di Heineken prima di bere un’altra lattina di birra e tornare negli uffici dell’azienda». E ancora: «Sei giorni dopo, è stato visto bere una bottiglia di birra da 330 ml prima di pranzo, prima di bere tre bicchieri di vino rosso con il suo pasto, seguito da un bicchierino di brandy». Oltre a spiegare ogni circostanza scoperta, la lettera informa l’uomo che veniva quindi licenziato per «consumo di alcol più e eccessivo durante la giornata lavorativa, che ha messo in pericolo il suo benessere fisico e quello dei suoi compagni di lavoro sia mentre era al lavoro che al volante del suo veicolo aziendale».


La corte: «L’uomo ha bevuto durante i pasti e con il caldo torrido, nessuna prova che fosse ubriaco»

Ma la corte spagnola ha ritenuto infondate tutte le decisioni prese dalla società. «In nessun momento il detective privato ha fatto menzioni di segni di ubriachezza o goffaggine quando si trattava di camminare», si legge nella sentenza. «Non esiste alcuna prova, documentaria, esperta o testimone, che dimostri inequivocabilmente che l’uomo era sotto gli effetti dell’alcol ed era ubriaco», ha aggiunto la corte, «né è stato dimostrato, anche in modo circostanziale, che le sue facoltà fisiche e mentali siano state ridotte o diminuite durante i suoi compiti di elettricista, né che sia stato impedito quando ha guidato il furgone aziendale alla fine della giornata lavorativa». Ragioni per cui l’uomo va risarcito economicamente e reintegrato a lavoro. I giudici sono entrati poi ancora di più nel dettaglio: «Il bere è avvenuto quasi esclusivamente durante le pause della giornata lavorativa, l’uomo e i suoi colleghi hanno bevuto insieme, in modo sano o meno, quando stavano anche mangiando e avevano bisogno di prendere un rinfresco». Poi il riferimento al caldo torrido dell’estate spagnola: «Un altro fattore da tenere a mente è che questo si riferisce al mese di luglio a Murcia e Cartagena, dove dovrebbero essere prese in considerazione le condizioni climatiche e le abitudini geografiche».

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