Cina, chiesti 4 mila euro alla famiglia di Marcello Vinci per l’autopsia

Solo gli esami sulla salma possono fare luce sul misterioso decesso del 29enne di Martina Franca

Costerà intorno a 4 mila euro l’autopsia del defunto Marcello Vinci alla famiglia che ancora lotta per capire le cause della morte del 29enne il cui corpo è stato ritrovato all’inizio dello scorso mese in Cina. Dal Paese era già arrivata la richiesta di una somma di denaro ingente per riportare la salma del ragazzo in Italia, che resta tuttora fuori dai confini nazionali a quasi due mesi dal decesso. Ora, per i familiari le cose si complicano ulteriormente per ottenere l’esame autoptico e le indagini tossicologiche e i loro referti. Nonostante tutto, la madre, Angela Berni, che a marzo aveva lanciato un appello su Facebook per fare chiarezza sulla morte dell’interprete e insegnante originario di Martina Franca, non ha dubbi. «Faremo eseguire l’autopsia con certezza, e anche gli esami tossicologici», ha dichiarato citata da la Repubblica, mentre l’inchiesta della polizia cinese vira dall’ipotesi di suicidio – a cui i familiari non hanno mai creduto – a quella più generica di «caduta dall’alto».


La dinamica della morte

Il corpo del giovane pugliese è stato trovato, tra i 5 e il 6 marzo, ai piedi di un grattacielo di Chengdu, capitale della provincia dello Sichuan, a migliaia di chilometri dalla costa. L’ipotesi è che in qualche modo Vinci sia caduto da un appartamento del palazzo di via Minchan 123 appartenente a un uomo cinese di 45 anni conosciuto online qualche giorno prima. Come si siano svolte le ultime ore della sua vita, rimane da chiarire. Le foto che mandava alla famiglia raccontano di una vita serena. Vinci appare sorridente, davanti a paesaggi mozzafiato, spesso assieme ad amici. Pare si fosse integrato bene nella cultura cinese, anche se non aveva vissuto bene le restrizione legate al Covid, in Cina molto più dure che in occidente e protrattesi più a lungo. Chi conosceva Vinci non riesce a spiegarsi la morte. Quel che si sa è che il proprietario dell’appartamento era stato arrestato dalle autorità cinesi dopo il decesso, ma è stato rilasciato dopo 15 giorni. Mentre le foto del giovane erano state usate per creare un falso profilo Facebook, appartenente a un ipotetico Fabio Terra, rimasto attivo fino allo scorso 18 marzo e poi chiuso. Intanto, continuano anche gli sforzi della Farnesina per riportare la salma in Italia.


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