Ora è ufficiale, l’India è il Paese più popoloso del mondo: così dopo 73 anni ha sorpassato la Cina

Lo storico cambiamento certificato dall’Onu: con una popolazione di 1.425.775.850 abitanti, New Dehli supera Pechino, in declino demografico

L’India è il Paese più popoloso del mondo. O quanto meno lo sarà sicuramente entro pochi giorni, con la fine di aprile. Si tratta di un cambiamento storico al vertice della classifica che la Cina occupa almeno dal 1950. A darne l’ufficialità sono le stime dell’Onu che non possono indicare una data precisa, soprattutto a causa della distanza temporale dall’ultimo censimento in India, quello del 2011. Il successivo era previsto per il 2021 ma è saltato a causa della pandemia. Secondo quanto calcolato dalle Nazioni Unite grazie a tassi di natalità, di mortalità e ai differenziali tra immigrazione ed emigrazione, l’India ha raggiunto una popolazione di 1.425.775.850 abitanti, sufficienti a a superare quelli della Cina, che entro fine secolo dovrebbero scendere sotto il miliardo. Entro metà del 2023, in India vivranno 2,9 milioni di persone in più rispetto alla Cina.


La Cina in declino

Il declino della popolazione cinese, iniziato nel 2022 dopo il raggiungimento del proprio picco, segue decenni di misure di contenimento delle nascite, come la nota politica del figlio unico, introdotta negli anni Ottanta, che prevedeva multe per chi aveva figli “extra”, aborti forzati e sterilizzazioni. Quarant’anni dopo, il Paese si trova ad affrontare il problema dell’invecchiamento demografico, con conseguenze economiche simili a quelle che affrontano diversi Paesi occidentali, tra cui l’Italia. Tanto che il trend si è invertito e ora le donne vengono incentivate a fare figli. Al giorno d’oggi le donne cinesi hanno mediamente 1,2 figli ciascuna.


E l’India in crescita

D’altro canto, la popolazione dell’India è in crescita dagli anni Cinquanta e continuerà a esserlo per diverse decine di anni, fino a raggiungere il picco di 1,7 miliardi nel 1964. I figli per donna sono 2,2. Anche in India sono in atto politiche di denatalità, ma l’organizzazione federale del Paese le rende meno efficaci nel loro intento, dato che ciascuno Stato mantiene libertà di manovra, anche se la differenza rispetto ai 5,7 figli che la donna indiana media aveva nel 1950 è considerevole. La riduzione è avvenuta anche grazie all’introduzione di misure di welfare che puntano a famiglie più piccole in cui si vive di più. Mentre sono gli Stati a vocazione agricola come Bihar e Uttar Pradesh a guidare l’aumento demografico, con quest’ultimo che da solo conta 235 milioni di abitanti.

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