Paolo Brosio ricorda la madre Anna: «Mi cazziava sempre, ero la sua pecora nera. Ora perdono tutti per lei»

Il giornalista e la morte della mamma: aveva compiuto da poco 102 anni. L’esordio in tv da Fazio e gli elogi di Grasso

Anna Marcacci Brosio è morta il 18 aprile scorso. Pochi giorni prima aveva compiuto 102 anni. Il giornalista Paolo Brosio l’aveva sentita fino al giorno prima. La donna era diventata una piccola star della tv negli anni Novanta. Grazie alle partecipazioni a “Quelli che il calcio” insieme al figlio, che oggi la ricorda in un’intervista al Corriere della Sera. Brosio dice di essere riuscito a salutarla: «Il 17 pomeriggio dovevo andare a Brescia per lavoro e sono passato da lei a darle il solito bacio. Dormiva. Me ne sono andato, ma davanti all’ascensore ho sentito qualcosa che mi richiamava indietro. Allora sono tornato, mi sono inginocchiato, ho recitato un Pater, un Gloria e un’Ave Maria e sono scoppiato a piangere. Le ho detto: “Mamma, ci rivediamo in cielo”».


La signora e il figlio giornalista

Il giornalista ricorda con Elvira Serra che la madre «mi cazziava sempre. Del resto ero la pecora nera. Per andare a scuola mi faceva mettere i pantaloni di vigogna, maglione blu e camicia bianca: non sa quanto mi prudevano, sognavo i jeans come i miei compagni». Lo rimproverava anche perché non era abbastanza elegante: «Diceva che dovevo indossare la cravatta, spazzolarmi le scarpe, che in tv sembravo un pazzo, ma che vergogna!». Poi racconta come andò con la storia della tv: «Fabio Fazio mi voleva a Quelli che il calcio. Nel 1996 Anna Marcacci Brosio entrò nell’«Enciclopedia della televisione» di Aldo Grasso come deliziosa tifosa milanista. «Lui adorava mia mamma e bacchettava me, spero che adesso abbia più misericordia. Mi ha bacchettato perfino sulla Madonna».


L’incontro con il Papa

Brosio ricorda l’incontro di Anna con Papa Francesco: «Il 9 aprile del 2015, due giorni dopo lo scherzo diabolico delle Iene e la finta telefonata del Pontefice. Volli farle una sorpresa e le dissi che l’avrei portata a visitare i Musei Vaticani. Poi, dopo un labirinto di passaggi, arrivammo al Palazzo Apostolico e in fondo al corridoio spuntò la sagoma di un sacerdote vestito di bianco che ci salutava con la mano destra, facendo segno di raggiungerlo». All’epoca la signora aveva già 95 anni e camminava con il deambulatore, ma per Bergoglio «fece uno scatto da centometrista e spinse il deambulatore a una velocità incredibile finché raggiunse il Papa, lo baciò tutto e lo strinse forte: disse che era il giorno più bello della sua vita».

Il libro

Brosio annuncia anche che scriverà un libro su di lei: «Sto già prendendo appunti. Parlerò della sua eredità morale, del decalogo che mi ha lasciato negli ultimi giorni. Sono sicuro che mi aiuterà a realizzare la costruzione di un Pronto Soccorso a Citluk, vicinissimo a Medjugorje. Ho ricevuto la Pec che mi annunciava l’avvio dei lavori tre giorni prima che morisse». Ricordando il suo decalogo etico: «Per esempio, mamma mi ha detto di fare pace con tutti coloro che mi hanno voltato le spalle. Per questo ho deciso di ritirare due querele per diffamazione, una contro un personaggio famoso dalla quale avrei potuto ricavare una cifra importante, che avevo già deciso di devolvere all’ospedale. Adesso perdono tutti».

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