Lo sfratto alla moschea di Firenze, l’Imam: «Saremo a pregare. Spero in un rinvio di sei mesi»

Il sindaco Nardella fa appello alla proprietà dell’immobile di «di farsi carico di una situazione estremamente complessa e delicata»

Oggi, 27 aprile 2023, è il giorno dello sfratto della moschea in piazza dei Ciompi a Firenze. La comunità islamica deve affrontare il secondo round (dopo il primo del 16 dicembre scorso, finito con un rinvio) di “trattative” che vedrà contrapporsi i fedeli e le forze dell’ordine che dovranno sgomberare l’ex garage utilizzato come luogo di culto. Lo sfratto, voluto dalla proprietà Finvi immobiliare di Prato, arriva all’indomani di alcuni mesi di affitto non pagati durante il Covid. Debiti, questi, che sarebbero però – spiega Repubblica Firenze – stati saldati nel corso di questi ultimi mesi. Nel frattempo, la Comunità islamica – che non ha ancora trovato un’alternativa – si è offerta di andarsene «senza il ricorso alla forza pubblica» tra circa sei mesi, ovvero il prossimo primo novembre.


L’appello del sindaco

Ma nonostante l’appello del sindaco di Firenze, Dario Nardella, alla proprietà «di farsi carico di una situazione estremamente complessa e delicata», il Comitato per l’ordine pubblico convocato in mattinata in Prefettura si è concluso senza alcuna dichiarazione ufficiale e dunque con l’implicita conferma dell’esecuzione prevista per oggi. Un altro rinvio dello sfratto – come quello di metà dicembre -, comunque, anche se soltanto in queste ora si dirà l’ultima parola, non è affatto escluso. In ogni caso, l’Imam ha fatto sapere di aspettare le forze dell’ordine all’interno della moschea. «Noi saremo dentro a pregare, senza dare alcun problema di ordine pubblico, e anzi, per chi vuole ci sarà anche un buffet…», ha detto Izzedin Elzir, che la settimana scorsa, chiudendo il Ramadan aveva chiamato a raccolta per il 27 aprile in moschea «tutti voi fratelli e i fiorentini che ci sostengono».


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