Fabio Paratici può tornare a lavorare nel calcio, resta la squalifica di 30 mesi ma cambiano i limiti: cosa può fare ora

Sull’ex dirigente di Tottenham e Juventus resta lo stop a livello mondiale della Fifa, ma non più il divieto su «ogni attività nel mondo del calcio»

Può tornare a lavorare Fabio Paratici, seppur con mansioni ridotte, dopo aver vinto il ricorso contro il provvedimento del Comitato disciplinare della Fifa con l’estensione a livello mondiale della squalifica di gennaio della Figc, confermata dal Collegio di garanzia del Coni lo scorso 19 aprile. Per l’ex dirigente juventino resta la squalifica di 30 mesi, ma non più su tutte le attività del mondo del calcio. In un comunicato è lo stesso Paratici a spiegare che, grazie all’appello vinto con l’assistenza dei suoi legali Paolo Lombardi, Luca Pastore e Ian Laing, «potrà dunque continuare a lavorare nel mondo del calcio seppur con mansioni ridotte rispetto a quelle svolte sino ad oggi, nel rispetto dei limiti imposti dalla sanzione comminata dalla Figc». A spiegare nel dettaglio che cosa Paratici può e non può ancora fare lo spiega nel dettaglio la sanzione della Federcalcio che cita il regolamento. Per esempio non può entrare negli spogliatoi prima e dopo le partite, così come non può trattare eventuali rinnovi di contratto con agenti e giocatori. A Paratici comunque è permesso frequentare il campo di allenamento, oltre che portare avanti «l’attività amministrativa nell’ambito delle proprie società, nonché partecipare e rappresentare, anche con diritto di voto, la propria società nelle assemblee di Lega di competenza relativamente a questioni di natura patrimoniale». Il dirigente può comunque interessarsi al calciomercato, ma gli è vietato rappresentare la sua squadra durante le trattative.


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