Da Bergamo a Varese le minacce degli ultras ai tifosi del Napoli: «Non è la vostra città, se festeggiate ci saranno conseguenze»

Sui social spuntano volantini con insulti e minacce nei confronti dei tifosi partenopei: «Evitate di scendere in piazza perché non ve lo permetteremo»

La vittoria matematica dello Scudetto da parte del Napoli potrebbe arrivare già domani, domenica 30 aprile. E i tifosi partenopei di tutta Italia si stanno preparando a festeggiare un traguardo che manca da più di trent’anni. Eppure, c’è chi sta facendo di tutto per impedire che questo accada. Sui social si moltiplicano i volantini e le minacce dei gruppi ultras di altre squadre di Serie A. L’ultimo è intitolato “Bergamo non festeggia”: «In questa terra non possono essere tollerati festeggiamenti per la squadra partenopea – si legge nel volantino che circola su Twitter -. Ricordiamo ai ristoratori, baristi, pizzaioli che per festeggiamenti e pagliacciate varie riceveranno adeguate risposte alle loro attività anche a distanza di tempo». E alle minacce si sommano anche gli insulti: «Da cento anni è sempre quella… Ci fai schifo Pulcinella!». Gli ultras bergamaschi non sono gli unici ad aver minacciato ritorsioni in caso di festeggiamenti dei tifosi partenopei in città. A Varese, alcuni gruppi di tifosi di estrema destra hanno pubblicato un messaggio simile: «Varese tifa Varese. Festeggiamenti di altre squadre nella nostra città non sono graditi. In particolar modo quelli del Napoli», si legge nel messaggio scritto con un font molto diffuso tra le organizzazioni neofasciste. Stessa storia anche a Torino, dove il gruppo ultras Primo Novembre 1897 ha pubblicato minacce ancora più esplicite: «A Torino ci sono solo due squadre che possono colorare le piazze. Già quando lo fanno i nostri i cugini per festeggiare le loro promozioni dalla B alla Serie A facciamo fatica a contenerci e a non scendere, ma è anche la loro città. Questa non è la vostra città, quindi evitate perché non ve lo permettiamo», scrive il gruppo di ultras sulla sua pagina Instagram, dove anche in questo caso non mancano i richiami al mondo del neofascismo.


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Credits foto: ANSA/Ciro Fusco

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