Anche Tinder lascia la Russia, l’addio dopo più di un anno di guerra per la stretta del Cremlino

La società texana Match group spiega di voler lasciare il mercato russo per «difendere i diritti umani». Ma a pesare sarebbe soprattutto la legge russa sempre più opprimente per i servizi online anche nel settore degli appuntamenti

A più di anno dall’invasione russa in Ucraina, Tinder lascerà Mosca. Ad annunciarlo è Match Group, la società madre della dating app con sede a Dallas, in Texas, citata da Novaya Gazeta Europa. La motivazione, spiega l’azienda nella relazione annuale, è «la difesa dei diritti umani». I marchi della società, oltre a Tinder, anche Hinge e PlentyOfFish «stanno adottando misure per limitare l’accesso ai loro servizi in Russia e completeranno la loro uscita dal mercato russo entro il 30 giugno 2023», conclude. Fin dai giorni immediatamente successivi all’invasione della Russia in Ucraina – lo scorso 24 febbraio – molte aziende, tra cui Netflix, Spotify, Apple per citarne solo alcune, avevano deciso di lanciare un segnale di protesta contro la politica di guerra del Cremlino e fuggire, così, dal Paese. Una scelta dettata da questioni etiche ma anche legata ai danni che, a lungo andare, avrebbero potuto subire gli azionisti. «Non è una buona idea per un marchio come Tinder continuare le operazioni in una nazione in cui il capo di Stato è stato incrinato dalla Corte penale internazionale», ha detto Jeff Perkins, direttore esecutivo di Friends Fiduciary, azionista di Match Group a Reuters, riferendosi al mandato d’arresto spiccato dalla Corte penale internazionale nei confronti di Vladimir Putin. A settembre scorso l’ufficio europeo di polizia, Europol, aveva inoltre dichiarato come le App di incontri sono tra le piattaforme online più «utilizzate da individui a scopo di traffico di esseri umani», richiamando – di fatto – l’attenzione sulla situazione dei rifugiati ucraini.


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