Cdm, limite di età per i direttori delle fondazioni liriche, effetto domino sulla Rai: l’ad Fuortes verso il San Carlo di Napoli

Protestano le opposizioni: «Una cosa che avveniva solo in Russia quando Putin e Medvedev si scambiavano i posti»

Giorgia Meloni va avanti per la sua strada e fa varare, nonostante i malumori della Lega e delle opposizioni, il decreto-espediente per liberare la casella di amministratore delegato della Rai. Con un intreccio creativo, il Consiglio dei ministri approva un testo che introduce il limite di età a 70 anni per il pensionamento dei direttori delle fondazioni lirico-sinfoniche. Così, il sovrintendente del San Carlo di Napoli, Stéphane Lissner, che proprio lo scorso gennaio è diventato 70enne, dovrebbe lasciare la direzione del teatro. A favore di Carlo Fuortes? È questa la ricostruzione praticamente unanime che si diffonde in queste ore. Al posto dell’attuale ad Fuortes, che si dimetterebbe con un anno anticipo, il vertice della Rai dovrebbe essere affidato a Roberto Sergio. Contro il decreto, presentato con un vago «disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici e società, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale», si sono scagliate le opposizioni.


La protesta dello opposizioni

«Non si possono piegare le leggi e le istituzioni alle esigenze di partito», affermano Anna Laura Orrico e Dario Carotenuto, del Movimento 5 stelle. «Se si vuole fare una operazione sulla Rai questo non può accadere mettendo una istituzione culturale tra le più prestigiose al mondo come il Teatro San Carlo di Napoli al centro di una geopolitica delle poltrone e trattando le fondazioni lirico-sinfoniche come un parcheggio utile a fare spazio ad altri per occupare i posti più ambiti. Parliamo del teatro d’opera più antico del mondo, simbolo della città di Napoli e tempio lirico italiano: una istituzione di livello assoluto che non merita un trattamento del genere. Una mossa simile esporrebbe l’Italia al ludibrio internazionale: possibile che ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che è napoletano e che ancora recentemente ha giustamente descritto il San Carlo come una grande istituzione culturale europea, approvi con il suo silenzio una simile operazione? E comunque anche volendo non si trovano le ragioni urgenti per una norma del genere all’interno di un decreto. Chiediamo a Sangiuliano e a tutto il governo di riscoprire il senso delle istituzioni e avere rispetto per la cultura e per la città di Napoli».


Pd: «Leggi ad personam della destra»

Oltre alla lunga nota grillina, anche il Partito democratico esprime sconcerto per il decreto: «Ci opporremo a una norma ad personam che consenta a questo governo di cambiare i vertici della Rai senza avere una minima idea di visione di ciò che deve essere la più grande azienda culturale italiana. La legge non prevede spoil system, e noi vogliamo rispettare la legge dello Stato italiano, e non le leggi ad personam della destra al governo», dichiarano Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai e Sandro Ruotolo, responsabile Informazione e cultura del partito. «Riteniamo che sia opportuno e doveroso ai sensi della legge rispettare la scadenza naturale del consiglio d’amministrazione. Siamo contrari a espedienti che minano il pluralismo e la democrazia. Il governo si occupi piuttosto di fare il contratto di servizio e offra certezze e prospettive all’azienda per portare a compimento il piano industriale e salvaguardare il servizio pubblico».

Avs: «Una cosa che avveniva solo in Russia quando Putin e Medvedev si scambiavano i posti»

Per Alleanza verdi e sinistra, invece, intervengono Angelo Bonelli e Peppe De Cristofaro, entrmabi componenti della commissione di Vigilanza Rai: «Siamo contrari al possibile decreto ad personam che il Consiglio dei ministri si appresterebbe ad approvare oggi. Un decreto per liberare una poltrona non si era mai visto, altro che merito e professionalità sbandierate dalla destra. Se Meloni vuole cacciare l’attuale ad Fuortes, lo faccia alla luce del sole non con usi mezzucci. Se la destra vuole occupare la Rai almeno ci metta la faccia. Se alla fine il Cdm approverà il decreto partirà l’accaparramento delle poltrone tra Lega, FdI e Forza Italia. Già litigano per la spartizione dei posti. Sono mesi ormai che la maggioranza bombarda la Rai con polemiche strumentali. Il fine è l’occupazione della più grande azienda culturale del Paese. Per non parlare poi delle possibili nomine e del fatto che già si pensa di invertire i nomi per i ruoli tra ad e direttore generale tra un anno. Una cosa che avveniva solo in Russia quando Putin e Medvedev si scambiavano i posti. Proprio a Putin si deve essere ispirato il direttore di Radio Rai Roberto Sergio quando ha attaccato Andrea Vianello, reo di aver fatto il suo lavoro. Subito un editto contro un collega senza neanche essere nominato ad. Il buongiorno si vede dal mattino».

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