Nudi davanti al suo teatro Eliseo, la protesta di attrici e attori contro Luca Barbareschi: «Lo stupro non è un barbatrucco»

«Chiudi le gambe», dice lui. E per tutta risposta lavoratrici e lavoratori dello spettacolo le aprono e scrivono: «I trucchi barbareschi li prendiamo a calci nelle palle».

Le stelline coprono le parti intime, ma chi passava da via Nazionale davanti al Teatro Eliseo di Roma ha visto tutto e ha letto: «Lo stupro non è un barbatrucco». Oggi, un gruppo di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo ha protestato contro le parole dell’attore Luca Barbareschi. Ieri, il regista e produttore ha dichiarato che le denunce di molestie da parte delle donne che lavorano nel suo stesso mondo servirebbero solamente a «farsi pubblicità», aggiungendo: «Non ho mai avuto bisogno di trucchi per scopare. Ma mi è capitato di dire “Amore, chiudi le gambe, interessante ma ora parliamo di lavoro”». Così alcuni membri del collettivo Campo Innocente hanno deciso di dire la loro proprio di fronte al teatro che era diretto da Barbareschi.


Il messaggio del collettivo

«Sono parole inaccettabili – scrivono – A pronunciarle è un ex direttore artistico che ha fatto fallire, mandato in liquidazione, e chiuso l’Eliseo, un teatro privato punto di riferimento culturale della città di Roma, licenziando 21 lavoratori, nonostante gli ingenti finanziamenti pubblici ricevuti da Comune, Regione e Ministero». Secondo Barbareschi, alcune delle attrici che hanno denunciato all’associazione Amleta non avrebbero nemmeno subito quanto dichiarano, bensì sarebbero state approcciate in maniera blanda e per questo andrebbero denunciate. «Chiudi le gambe», dice lui. E per tutta risposta lavoratrici e lavoratori dello spettacolo le aprono e scrivono: «I trucchi barbareschi li prendiamo a calci nelle palle».


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