«Luca Barbareschi? Le donne non mentono sulle molestie, dirlo fa parte della cultura dello stupro»

Cinzia Spanò dell’Associazione Amleta replica all’attore che aveva parlato di denunce finte

Secondo Luca Barbareschi le denunce di molestie delle attrici servono «a farsi pubblicità». E semmai è vero il contrario: «Non ho mai avuto bisogno di trucchi per scopare. Ma mi è capitato di dire “Amore, chiudi le gambe, interessante ma ora parliamo di lavoro”». Barbareschi nell’intervista rilasciata a Repubblica si riferiva all’Associazione Amleta, che ha raccolto racconti di molestie a donne dello spettacolo. A rispondergli oggi, sempre su Repubblica, è Cinzia Spanò, presidente del Collettivo: «E come fa a dirlo? Ancora una volta si fa vittimizzazione secondaria e si invalidano le parole delle donne. Così si fa un danno enorme non solo a chi si è esposto ma anche a chi sta pensando di denunciare. Qualcuno dovrebbe ricordare a Barbareschi che non è Dio e che il suo percepito non è la realtà. Mi viene da pensare che false siano le sue parole».


La cultura dello stupro

Spanò sostiene che quello delle donne che mentono «è uno stereotipo molto radicato che fa parte di un sistema che chiamiamo cultura dello stupro e che ha come obiettivo mantenere intatte le architetture di potere basate sull’oppressione e sulla violenza. Le donne che abbiamo incontrato hanno elementi, prove, testimonianze a supporto di quel che denunciano. Bisognerebbe piuttosto dare la parola a queste attrici per capire cos’hanno da dire sull’esperienza vissuta in quelle occasioni». E aggiunge che l’Associazione ha intenzione di fare i nomi «col tempo. Più i signori Barbareschi andranno avanti a parlare, più noi continueremo a raccontare e la nostra voce diventerà sempre più grande». Sulle denunce per pubblicità obietta: «Non esiste una sola attrice che dopo aver denunciato abbia visto la sua carriera decollare. Semmai il contrario».


Le denunce in tribunale

Infine Spanò sostiene che «In tribunale vanno avanti le denunce, lavoriamo all’introduzione del reato di molestie su tutti i luoghi di lavoro, abbiamo stilato linee guida per rendere i provini sicuri, stiamo lavorando con le produzioni perché applichino i protocolli anti violenza sui set. Al contrario di quel che dice Barbareschi dove ci sono regole lavorano tutti meglio, tranne gli abuser. Il MeToo non è un momento, è un movimento. E andrà avanti».

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