San Stino di Livenza, consigliera neoeletta di centrodestra festeggia con il saluto romano. Il sindaco: «Si deve dimettere»

Il comune del Veneziano è stato strappato al centrosinistra dopo 40 anni

Neanche il tempo di festeggiare per la vittoria, che dopo 40 anni permette a un’amministrazione di centrodestra di guidare il comune di San Stino di Livenza, in provincia di Venezia, che il sindaco appena eletto Gianluca De Stefani è già dovuto intervenire per risolvere il primo guaio. E scaricare la neo-consigliera Laura Motta, eletta nella sua coalizione. «Invito la consigliera neo eletta a rassegnare le dimissioni», ha detto De Stefani, «desidero scusarmi con i cittadini ed esprimo il più vivo disappunto per l’accaduto». Motta è infatti stata sorpresa con il braccio destro alzato durante una delle foto per celebrare la vittoria alle amministrative, intenta a fare il saluto romano. «Il brutto gesto, del quale mi dissocio assolutamente e da me non visto in quanto impegnato nella posa per la foto con tutti i presenti a braccia sollevate, in segno di festa, come richiesto dal fotografo», ha spiegato il sindaco, «non appartiene alla mia cultura, alla cultura di questo territorio, alla cultura della lista che rappresento ed ai componenti della stessa». E ha aggiunto: «Non appartiene neppure al mio modo di fare politica. Ho ricevuto un mandato popolare importante ed intendo onorarlo, trascorrendo tutti i giorni del mio incarico a rispondere esclusivamente ai cittadini».


La denuncia

A notare l’accaduto era stato il segretario del Partito democratico del Veneto, Andrea Martella. «In favore di telecamera tende il braccio nel gesto tipicamente fascista, cominciando nel modo peggiore il proprio servizio pubblico», aveva denunciato l’esponente dem,« festeggiare è legittimo, il saluto romano no, l’euforia per la vittoria del centrodestra nel comune veneziano non giustifica in alcun modo questo genere di manifestazioni». Il neo sindaco era stato poi chiamato a prendere provvedimenti e nelle ore successive è arrivata la sua risposta, che di fatto scarica Motta.


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