Napoli, fuga dallo scudetto: le condizioni di De Laurentiis per “liberare” Spalletti e l’addio di Giuntoli (verso la Juve)

Anche il Ds vuole andarsene. Il caso Giuntoli e il doppio addio

L’allenatore Luciano Spalletti rimarrà molto probabilmente fermo un anno dopo l’addio al Napoli. Mentre Cristiano Giuntoli, il direttore sportivo degli azzurri che ha anche lui un contratto in scadenza nel 2024, ritiene concluso il suo ciclo nella società di Aurelio De Laurentiis. E così, mentre esce anche il nome di Luis Enrique oltre a quelli di Gasperini o Benitez per la panchina del Napoli, si apre anche il problema della dirigenza. Il presidente sta ragionando insieme a Chiavelli sul da farsi. Giuntoli vorrebbe la risoluzione del contratto. Senza pagare penali. E non vuole nemmeno limitazioni e patti di non concorrenza che potrebbero evitargli il prossimo approdo. Che sarebbe la Juventus o la Lazio. Con lui andrebbe via anche il suo braccio destro Beppe Pompilio.


Il doppio addio

Il doppio addio lascia per ora De Laurentiis con il cerino acceso in mano. Spalletti è nel mirino del Tottenham. Ma gli inglesi per prendere l’allenatore toscano dovrebbero accordarsi con il presidente del Napoli. Che all’epoca del passaggio di Maurizio Sarri alla Juventus pretese il pagamento dell’intera clausola rescissoria. E non è detto che non segua la stessa strada anche oggi. Il casting per la panchina intanto vede spuntare i nomi di Thiago Motta e Vincenzo Italiano. Ma la suggestione è Luis Enrique. Ha già allenato la Roma in Italia all’epoca di Baldini ds e Pallotta presidente. Ma soprattutto ha vinto tutto con il Barcellona. Un altro sogno potrebbe essere Jurgen Klopp. Mentre Roberto De Zerbi ha declinato l’invito per rimanere in Inghilterra. Anche Antonio Conte potrebbe far parte dei papabili. Ma l’ex Tottenham dovrebbe abbassarsi lo stipendio.


Il caso Giuntoli

Il caso Giuntoli invece è più ingarbugliato. In otto anni il ds ha gestito casi spinosi. Frapponendosi in qualche occasione tra squadra e dirigenza. In molti casi ha finito per svolgere il ruolo di capro espiatorio. E adesso vuole una soddisfazione professionale. Ma De Laurentiis per ora gli ha detto di no. Non pensa di liberarlo subito. E vuole tenerlo almeno per un’altra stagione. Ma ha anche ben presente che trattenere chi non crede più nel progetto tecnico potrebbe diventare controproducente. Il problema in questo caso è: chi sarà il successore?

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