La “bacchettata” di Mattarella sui troppi emendamenti che snaturano i decreti: convocati La Russa e Fontana

L’appello del Capo dello Stato ai presidenti di Camera e Senato

Troppi decreti omnibus, troppi emendamenti fuori luogo che snaturano la vera natura dei provvedimenti approvati dal governo Meloni. È questo il monito lanciato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Durante il colloquio, il Capo dello Stato ha nuovamente sollecitato Fontana e La Russa a verificare che gli emendamenti presentati nei due rami del Parlamento siano in linea con la reale sostanza dei provvedimenti: un compito che spetta ai presidenti delle due Aule. Già, perché sempre più spesso durante l’iter di approvazione, vengono presentati e accettati emendamenti che non hanno alcuna connessione con i temi portanti dei decreti, rendendoli così dei contenitori di norme disomogenee. L’ultimo caso, in ordine di tempo, è stato l’intervento sul decreto Bollette la scorsa settimana, quando il testo è stato fatto tornare in Commissione dopo essere stato “ripulito” di quattro norme che ne avrebbero decontestualizzato la natura, per poi essere approvato dalla Camera.


Non è la prima volta che il presidente della Repubblica interviene in tal senso. Già lo scorso 24 febbraio, il Capo dello Stato aveva firmato il decreto Milleproroghe, convertendolo dunque in legge, inviando però una lettera ai vertici di Montecitorio e di Palazzo Madama sottolineando l’importanza di intervenire concretamente dinanzi al presentarsi e all’inserimento nei provvedimenti di emendamenti che poco o nulla hanno a che vedere con la materia del decreto in sé. Un problema che si è palesato sempre più, anche data la cadenza dei decreti approvati dal governo. Sin da inizio legislatura sono 27 i decreti legge approvati dal governo, e solo 5 le leggi ordinarie, con una cadenza di quasi un decreto a settimana, in cui vengono inseriti – troppo spesso – emendamenti poco attinenti alla sostanza dei provvedimenti, specialmente se delineati da carattere d’urgenza. E il richiamo che il presidente Mattarella ha nuovamente presentato ai presidenti di Camera e Senato non ha l’obiettivo di fermare i lavori né di interferire con l’attività parlamentare, ma quello di evitare di far arrivare sul tavolo del Quirinale dei provvedimenti che hanno perso la natura d’impianto rispetto quanto dichiarato all’inizio dei lavori, e la sostanza e coerenza delle leggi finali in sé.


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