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Alta tensione nel nord del Kosovo tra serbi e truppe Nato della missione Kfor: gli alpini italiani feriti sono 14

Scontri nella città di Zvecan dove i dimostranti serbi manifestano davanti alla sede del comune per protestare contro l’insediamento del nuovo sindaco di origine albanese

Alta tensione a Zvecan, nel nord del Kosovo. In un primo momento si è parlato di 41 feriti, ma il bilancio è ora di 34 militari della missione Kfor coinvolti, tra cui 14 alpini italiani – e non 11 – appartenenti al nono reggimento de L’Aquila. Lo riferisce lo Stato Maggiore della Difesa, confermando che i militari del contingente italiano hanno riportato «ferite da trauma e ustioni dovute all’esplosione di dispositivi incendiari». «Nella mattinata odierna sono proseguite le proteste della popolazione kosovaro-serba nelle città di Mitrovica Nord, Zvecan, Zubin Potok e Leposavic, nel tentativo di impedire l’insediamento nelle sedi istituzionali dei sindaci kosovari-albanesi eletti il 26 aprile», ha chiarito il ministero della Difesa italiano. I militari feriti sono 34, tra i soldati ungheresi, moldavi e italiani. I feriti, subito soccorsi dalle unità mediche di Kfor, sono attualmente sotto osservazione del personale sanitario che ne sta accertando le condizioni. Il capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, segue l’evoluzione della situazione per il tramite del Comando operativo di vertice interforze ed esprime vicinanza ai militari feriti e ai loro famigliari. In queste ore anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e quello della Difesa, Guido Crosetto hanno espresso solidarietà ai «militari della missione Kfor rimasti feriti in Kosovo durante gli scontri tra manifestanti serbi e polizia kosovara», hanno scritto entrambi su Twitter. In una nota, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha condannato l’attacco e auspicato una de-escalation delle ostilità: «Quanto sta accadendo è assolutamente inaccettabile e irresponsabile. Non tollereremo ulteriori attacchi nei confronti di Kfor. È fondamentale evitare ulteriori azioni unilaterali da parte delle Autorità kosovare e che tutte le parti in causa facciano immediatamente un passo indietro contribuendo all’allentamento delle tensioni».


Il boicottaggio delle urne

Gli scontri si sarebbero intensificati nel primo pomeriggio di oggi, lunedì 29 maggio, quando la Forza Nato in Kosovo (Kfor) è intervenuta nella città di Zvecan, nel distretto di Kosovska Mitrovica, per disperdere i circa 300 dimostranti serbi che da questa mattina manifestavano davanti alla sede del comune per protestare contro l’insediamento del nuovo sindaco di origine albanese. I militari della Kfor hanno fatto largo uso di manganelli, lacrimogeni e bombe assordanti, mentre i manifestanti hanno risposto con un fitto lancio di sassi, bottiglie e altri oggetti. Zvecan è un comune a maggioranza serba alla cui guida sono stati eletti il 23 aprile scorso nuovi sindaci di origine albanese dopo il boicottaggio elettorale dei serbi. Alle urne si sono infatti presentati circa 1.500 aventi diritto sui 45.000 registrati. Proteste analoghe si sono tenute anche a Zubin Potok e Leposavic. Intanto, a Pristina gli ambasciatori dei Paesi del Quint (Usa, Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia) hanno nuovamente incontrato oggi il premier kosovaro Albin Kurti, con la richiesta di evitare l’ingresso dei nuovi sindaci di origine albanese nelle sedi municipali di Zvecan, Zubin Potok e Leposavic. 


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