Alta tensione Serbia-Kosovo, Belgrado allerta l’esercito. Pristina: «Se la Nato non rimuove le barricate ci penseremo noi»

«Non c’è motivo di farsi prendere dal panico, ma c’è motivo di essere preoccupati», ha dichiarato il ministro della Difesa serbo

Continua a salire la tensione nel nord del Kosovo, dove sono apparse oggi 27 dicembre nuove barricate. Il governo serbo ha dichiarato di aver messo il suo esercito in massima allerta per fare fronte a quelle che considera le minacce crescenti di Pristina. «Il presidente della Serbia ha ordinato all’esercito serbo di rimanere al massimo livello di prontezza al combattimento, cioè al livello dell’uso della forza armata», ha dichiarato il ministro della Difesa serbo Milos Vucevic in queste ore. «Non c’è motivo di farsi prendere dal panico, ma c’è motivo di essere preoccupati», ha aggiunto alla televisione Rts. Intanto, il governo del Kosovo ha chiesto alle forze della Nato di togliere i blocchi stradali serbi. A Mitrovica Nord, è stata eretta una barricata sul nuovo ponte che conduce la parte settentrionale della città alla strada principale Mitrovica-Raska. «La prima in assoluto ad essere installata nel centro della città, in via Knjaza Milosa». I serbi del nord del Kosovo sono al 18esimo giorno di protesta, in un clima di tensione che non accenna a diminuire. Dopo l’arresto di un ex poliziotto serbo da parte della polizia kosovara avvenuto lo scorso 10 dicembre, le proteste dei cittadini serbi che vivono nel nord del Kosovo si sono intensificate giorno dopo giorno. Creando allarme all’interno di Onu e Unione Europea. Che, a più di vent’anni dalla fine dell’ultimo conflitto nei Balcani, ora temono una nuova escalation.


Il primo ministro: «Se la KFOR non toglie le barricate lo faremo noi»

Il primo ministro Albin Kurti, in un’intervista di ieri per la televisione della Bosnia-Erzegovina Okanal (Oslobodjenje), ha dichiarato che le barricate nel nord sono pilotate dalla Serbia. Quindi ha sfidato la Kfor, la forza d’interposizione Nato di cui fa parte anche l’Italia: «Se la Kfor non è in grado di rimuovere le barricate, o non vuole farlo per motivi che non conosco, allora dovremo farlo noi», ha avvertito Kurti. E ha aggiunto: «Da parte nostra, le barricate possono essere rimosse senza incidenti, ma l’altra parte ci è molto sconosciuta. Le persone sono in uniforme, non so come reagiranno loro quando la nostra polizia si avvicinerà. Ma si sa che ogni giorno ricevono direttive da Belgrado». Il primo ministro, il comandante della Kfor, il generale italiano Angelo Michele Ristuccia, e Lars-Gunnar Wigemark, a capo di una missione dell’Ue per l’ordine pubblico, si sono incontrati ieri, 26 dicembre, per discutere la situazione.


La barricata

«Rimuoveremo la barricata quando Pristina rilascerà Dejan Pantić, Miljan Adžić e Slađan Trajković. E quando le forze speciali di polizia verranno ritirate dal nord», spiegano i manifestanti, citando i nomi degli ex agenti della polizia kosovara che hanno partecipato all’abbandono collettivo delle istituzioni e arrestati poco dopo. All’inizio di novembre centinaia di agenti di polizia serbi integrati nella polizia del Kosovo, giudici, pubblici ministeri e altri funzionari pubblici hanno lasciato in massa i loro incarichi, in segno di protesta contro la decisione, ora sospesa dal governo di Pristina, di bandireper i serbi che vivono in Kosovo l’utilizzo delle targhe rilasciate dalla Serbia. Poi l’arresto di Pantic a far precipitare la situazione.

«L’esercito serbo è pronto al combattimento»

L’esercito serbo è in allerta. Il generale Milan Mojsilovic, capo delle armate serbe, ha fatto sapere di essere stato inviato dal presidente serbo Aleksandar Vucic al confine con il Kosovo. Vucevic ha precisato anche che il Capo dello Stato ha ordinato di rafforzare la presenza militare serba dagli attuali 1.500 soldati a 5.000 componenti. La Serbia non riconosce l’indipendenza della sua ex provincia meridionale, popolata attualmente in stragrande maggioranza da albanesi, che ha proclamato nel 2008.

Il Kosovo e la Nato

Per questo incoraggia i 120mila serbi del Kosovo a sfidare le autorità locali. In un momento in cui Pristina vuole affermare la sua sovranità su tutto il territorio. La barricata di cui dà notizia l’emittente Rts è una delle tante finora erette dalla data del 10 dicembre. Nel frattempo i media di Pristina hanno segnalato la presenza di una pattuglia della Nato Peacekeeping Force in Kosovo (Kfor) nella zona di fuoco. Poche ore dopo il ministro dell’Interno kosovaro Xhelal Svecla ha parlato di un attacco alla stessa Kfor. A confermare l’indagine aperta dalla pattuglia Nato su una sparatoria avvenuta il 25 dicembre. «Non ci sono stati feriti o danni materiali», riferisce Kfor in una nota.

Foto di copertina: REUTERS/Florion Goga

Leggi anche: