Tiziano Ferro contro il governo Meloni: «Maternità surrogata come reato universale? Ennesimo intervento omofobo, avessero il coraggio di dirlo chiaramente»

Il cantautore in un’intervista al magazine “Grazia” spiega: «Non ho fatto il passaporto ai miei figli perché il mio compagno non può risultare sul documento». Ma non perde l’ottimismo per il futuro

La maternità surrogata come «reato universale»? «Sarebbe l’ennesimo decreto contro gli omosessuali: avessero almeno il coraggio di dirlo chiaramente». Sono le parole con cui Tiziano Ferro contesta il governo Meloni e la sua maggioranza, dopo il primo via libera ottenuto in Commissione Giustizia della Camera dal provvedimento che prevede che il ricorso da parte di cittadini italiani alla maternità surrogata diventi perseguibile anche all’estero e che questa venga identificata come «crimine universale». Attualmente il ricorso alla maternità surrogata in Italia è già punito con multe fino a un milione di euro e reclusione fino a due anni (per chi commercializza o pubblicizza la pratica). In un’intervista rilasciata al magazine Grazia, il cantautore spiega: «Se il problema fosse davvero la gestazione per altri… la maggior parte delle coppie che vi ricorre è eterosessuale. Però, una volta tornate in Italia, quelle coppie possono vedere riconosciuti i loro diritti di genitori, perché è difficile che qualcuno chieda ragioni di come è nato quel bambino».


Nel corso dell’intervista, Tiziano Ferro ha ribadito perché, per il momento, ha rinunciato a registrare i propri figli all’anagrafe italiana: «Quando sono andato al Consolato italiano per registrarli, quel modulo da dove il nome di Victor Allen (il marito di Tiziano Ferro, ndr) era escluso, mi è arrivato come uno schiaffo. Allora non li ho iscritti». E il cantautore incalza: «A queste condizioni, che falsano la realtà del loro stare al mondo, non avranno il passaporto italiano: se stanno male, solo io posso andare al pronto soccorso perché Victor non risulta, il che è una cosa aberrante. Al di là dell’essere d’accordo o meno, della morale, di un senso di colpa costruito a tavolino, ho sempre pensato che i miei diritti non tolgono nulla a quelli degli altri». Malgrado ciò, Ferro si dice ottimista per il futuro: «I figli come i nostri, o quelli cresciuti da un genitore single, sono stati così terribilmente voluti, così visceralmente amati che verranno su fortissimi. Inevitabilmente diventeranno la nuova classe dirigente e politica del Paese. Allora sì che voglio vedere di quali leggi sulla famiglia si faranno portavoce».


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