Teorie No Vax e il complotto satanico, cosa sappiamo della giudice di Firenze Susanna Zanda

Che cosa viene realmente contestato dalla Procura Generale e quali sono le teorie che avrebbe sostenuto per giustificare i suoi interventi

Diventata nota per aver sospeso il provvedimento dell’Ordine degli Psicologi che vietava di esercitare la professione a una psicologa in quanto non vaccinata, la giudice di Firenze Susanna Zanda dovrà affrontare un’azione disciplinare avviata dalla Procura Generale della Corte di cassazione. A darne notizia sono i media seguiti dagli ambienti No Vax, in particolare dalla testata La Verità poi ripresa da siti come IlParagone. Oltre all’accusa di accanimento contro la giudice, in molti sospettano che dietro tale provvedimento ci sia la politica e un partito in particolare: quello di Italia Viva di Matteo Renzi. Di fatto, la notifica dell’azione disciplinare sarebbe giunta alla giudice a seguito della risposta del Ministro della Giustizia Nordio a un’interrogazione parlamentare presentata dal senatore renziano Ivan Scalfarotto. Secondo La Verità «la tempistica è sospetta», ma risulta un’interpretazione infondata.


Il nome della giudice fiorentina non è affatto nuovo nel mondo delle teorie antiscientifiche. Nel 2019, Susanna Zanda risulta la firmataria di un decreto notificato alla dirigenza scolastica dell’Istituto Comprensivo Botticelli per la rimozione del Wifi. La vicenda venne riportata da Il Fatto Quotidiano con un articolo a firma del l’attivista No5G Maurizio Martucci che definì la decisione «un atto straordinariamente innovativo» al fine di «proteggere la salute di un minore». Una decisione presa d’urgenza e senza alcun contradditorio, poi ribaltata da una sentenza giunta soltanto l’anno dopo evidenziando la totale assenza di evidenze scientifiche che collegassero l’esposizione del Wifi alla salute dei minori.


Il presunto “complotto politico”

L’azione disciplinare viene vista come una ritorsione contro la giudice fiorentina non solo per la questione vaccini e Covid, ma anche per aver respinto le richieste di risarcimento del senatore Matteo Renzi nei confronti del Corriere della Sera e del direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio. A seguito di queste decisioni, il senatore Scalfarotto di Italia Viva pubblica un’interrogazione parlamentare a risposta scritta rivolta al Ministro della Giustizia sul comportamento della giudice fiorentina senza citare i casi legati al leader di partito. Il 17 maggio, il Ministro Nordio risponde al senatore ritenendo che i comportamenti della giudice di Firenze siano «suscettibili di rilievo disciplinare». L’azione disciplinare viene notificata a distanza di qualche giorno, ma le reali tempistiche smentiscono la teoria dell’intervento politico. Il documento notificato dalla Procura Generale della Corte di cassazione riporta la data del 17 maggio 2023, la stessa della risposta del Ministro Nordio al Senato, risultato di un’indagine svoltasi su casi noti anche al Csm sin dal 2022.

In Tribunale senza Green Pass

Al di là del fatto che il Ministro della Giustizia non ha potere nell’azione disciplinare dei magistrati, la giudice Susanna Zanda era consapevole fin dall’anno precedente di possibili contestazioni mosse nei suoi confronti. Il senatore Scalfarotto, nella sua interrogazione parlamentare, cita l’articolo de Il Foglio dal titolo «L’assurda crociata no vax, di una magistrata di Firenze» dove viene fatto cenno che nel marzo 2022 Susanna Zanda inviò un quesito al Consiglio Superiore della Magistratura per sapere se sarebbe stata sottoposta a sanzioni disciplinari nel caso si fosse presentata al lavoro priva del Green Pass. Già all’epoca, secondo quanto raccontato da Il Foglio, si sarebbe rivolta al Csm definendo la vaccinazione anti Covid-19 «un trattamento genico sperimentale» e «aggiungendo che non esisteva alcuna emergenza sanitaria». Nel mirino della giudice non risulterebbero soltanto i vaccini, ma anche i tamponi.

Secondo quanto riportato da alcuni media nel marzo di quest’anno, Susanna Zanda sarebbe stata “assolta” dal Csm in quanto la sua pratica «sembrerebbe essere stata chiusa senza alcun seguito». Un condizionale che va in contrasto con ciò che si riscontra dal documento della Procura Generale secondo il quale la giudice fiorentina avrebbe tenuto una condotta scorretta nei confronti nei confronti del personale amministrativo e dei colleghi di lavoro nel corso del mese di dicembre 2021 in quanto priva del Green Pass di base. Secondo quanto riportato dalla Procura Generale, in un verbale redatto dal funzionario delegato al controllo del certificato verde e trasmesso al Presidente del Tribunale di Firenze, Susanna Zanda era presente in ufficio senza aver effettuato almeno un tampone antigenico. Al fine di sostenere la sua mancanza, inviò una mail al Presidente del Tribunale di Firenze, con in copia il Presidente della Corte di Appello e il Procuratore Generale di Firenze, riportando teorie e argomentazioni antiscientifiche ritenuti estranei all’onere di effettuazione di un semplice tampone antigenico.

Il «transumanesimo anticristico» e il satanismo

Secondo il documento della Procura Generale, Susanna Zanda definiva la vaccinazione come «un danno» e ritenendo il Green Pass come un atto volto a sopprimere i diritti dell’uomo. Le parole attribuite al giudice fiorentino delineerebbero un profilo appartenente negli ambienti delle teorie del complotto, dai progetti portati avanti da un fantomatico «transumanesimo anticristico» che avanzerebbe attraverso «organizzazioni planetarie» legate a «pratiche esoteriche e sataniche». Susanna Zanda avrebbe fornito come dimostrazione delle sue credenze la cerimonia di apertura del tunnel del San Gottardo del 2016, oggetto di svariate teorie del complotto del tutto infondate che dimostravano la scarsa conoscenza delle leggende svizzere.

Il caso della psicologa

La Procura Generale interviene anche in merito all’intervento della giudice a favore della psicologa non vaccinata, esaltato erroneamente come «sentenza» da media seguiti delle aree No Vax e No Green Pass. Secondo il documento notificato, Susanna Zanda avrebbe adottato «provvedimenti con grave violazione di legge determinata da ignoranza o negligenza inescusabile» e «sostanzialmente privi di motivazione e sulla base di grave e inescusabile negligenza». Inoltre, la sospensione del provvedimento dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, con decreto emesso senza il contradditorio delle parti, viene contestata in quanto emessa senza aver svolto accertamenti medico-scientifici e «sulla scorta di proprie personali cognizioni».

Secondo il Procuratore Generale, Susanna Zanda «trascurava ed ometteva di confrontarsi» con la valutazione della pandemia Covid-19 da parte dell’Oms come «emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale» e con la nota del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità sul fatto che i vaccini anti Covid-19 non potessero essere in alcun modo essere considerati «sperimentali» in quanto immessi in commercio dopo aver completato l’iter che ne determinano sicurezza ed efficacia. In buona sostanza, la Procura Generale contesta l’intervento della giudice fiorentina a favore della psicologa in quanto «disattendeva le attestazioni provenienti da organi ed istituzioni nazionali ed internazionali preposti alla tutela della salute e dotati delle competenze necessarie», intervenendo senza alcun accertamento tecnico «ed esclusivamente sulla scorta di concezioni e valutazioni puramente “personali” e “soggettive”».

All’interno del decreto emesso dalla giudice Susanna Zanda a favore della psicologa veniva sostenuta la teoria dei vaccini anti Covid-19 invasivi e capaci di insinuarsi nel DNA umano «alterandolo in modo che potrebbe risultare irreversibile». Una convinzione appartenente agli ambienti No Vax ritenuta come “confermata” attraverso la pubblicazione dell’atto, ma che la giudice non dimostrava in alcun modo a livello scientifico.

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