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L’incriminazione di Donald Trump per Mar-a-Lago: «Questo è un giorno nero per l’America»

donald trump incriminazione mar-a-lago
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Sette i capi d'accusa. Martedì si dovrà presentare in tribunale a Miami

L’annuncio di Donald Trump arriva direttamente sul suo social Truth: per le carte segrete di Mar-a-Lago è arrivata l’incriminazione per l’ex presidente degli Stati Uniti. «Ho ricevuto una convocazione dal tribunale di Miami martedì alle 3 del pomeriggio», spiega lui. E aggiunge: «Questo è un giorno nero per l’America. Siamo un paese in serio e rapido declino». I capi d’accusa nei suoi confronti sono sette. I procuratori federali avevano notificato ai legali del tycoon il suo inserimento come potenziale indagato nell’inchiesta sul trasferimento di documenti classificati dalla Casa Bianca al suo resort. Si tratta della seconda incriminazione di Trump dopo il caso Stormy Daniels. In questa caso c’è un presunto pagamento in nero da 130 mila dollari in violazione delle leggi sui finanziamenti elettorali.

La storia

La villa di Trump è stata perquisita nell’agosto scorso. A suo carico c’è anche un file audio in cui afferma di aver tenuto un documento sull’attacco all’Iran. Mentre l’Fbi sospetta che alcune carte siano state spostate successivamente dalla residenza. È la prima volta che un ex presidente viene incriminato per reati federali. Da candidato alle presidenziali dovrà quindi consegnarsi alla corte di Miami. Fra le accuse ci sono la cospirazione e il tentativo di ostacolare la giustizia, ma anche dichiarazioni false e ritenzione volontaria di informazioni di difesa nazionale. Le accuse, scrive il New York Times, mettono gli Stati Uniti in una «posizione straordinaria dato che Trump non solo è un ex presidente ma è anche il front runner alla nomination repubblicana alle elezioni 2024 che potrebbe trovarsi ad affrontare Joe Biden, la cui amministrazione sta ora cercando di incriminarlo».

L’indagine

L’indagine sulle carte segrete di Trump è iniziata nel 2021. Gli Archivi nazionali hanno notato che l’ex presidente non aveva consegnato tutti le carte all’uscita della Casa Bianca. Ne è partito un contenzioso. Poi nella perquisizione dell’Fbi a Mar-a-Lago lo scorso anno e, ora, nell’incriminazione. La Casa Bianca non commenta le accuse, mantenendo così la linea del silenzio sposata da Biden. Per il presidente la partita è particolarmente delicata, visto che si è nel pieno della campagna elettorale per il 2024. I candidati repubblicani alla nomination per ora tacciono, così come il partito. I primi commenti a caldo fra i conservatori arrivano dai fedelissimi dell’ex presidente, che lo difendono a spada tratta e si dicono pronti a dare battaglia.

La bufala degli scatoloni

In un video postato su Truth Trump dice che gli accusatori «vanno contro un presidente popolare» con la «bufala degli scatoloni. Questa è un’interferenza nelle elezioni a livello più alto. Sono un uomo innocente». E ancora: «Vogliono distruggere la mia reputazione perché vogliono vincere le elezioni». Il tucoon ha altre inchieste in corso. Quella sugli asset gonfiati, in cui le autorità di New York lo accusano di aver mentito a banche e assicurazioni chiedendo indennizzi per 250 milioni di dollari. L’obiettivo è vietare ai Trump – l’ex presidente e i tre figli Donald Jr, Eric e Ivanka – la guida di qualsiasi azienda a New York. Per il caso Daniels l’udienza è fissata il 25 marzo, durante le primarie.

Le altre inchieste

Poi c’è l’indagine della Georgia sulle interferenze sul voto. Il rapporto finale del gran giurì è ancora riservato, ma secondo indiscrezioni sono state raccomandate incriminazioni nei confronti di almeno dieci persone. Infine ci sono le inchieste su Capitol Hill. La commissione di indagine sull’assalto al Congresso americano ha concluso che Trump e i suoi hanno partecipato a un piano per capovolgere le elezioni del 2020. Il procuratore speciale Smith sta conducendo la sua indagine sui presunti tentativi dell’ex presidente di capovolgere l’esito del voto. Trump è stato condannato per aggressione sessuale e diffamazione nel caso di Jean Carroll.

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