La proposta di legge di Fratelli d’Italia per vietare l’utilizzo di capannoni e garage come moschee

Protestano le opposizioni. Bonelli: «Provvedimento incostituzionale, abbiamo chiesto al presidente Fontana di fermare questa follia»

«Quando mesi fa Fratelli d’Italia ha proposto che le moschee in Italia siano finanziate e gestite dai musulmani italiani ci hanno insultato. Permettere che luoghi di culto riconosciuti, penso ad esempio alla grande moschea di Roma, siano guidati da Stati integralisti come l’Arabia Saudita dove per conversione ti condannano a morte, è pericoloso oltre che grave e non bisogna essere dei luminari per capirlo. L’Italia si svegli e stabilisca delle regole: stop moschee abusive, albo degli imam, preghiere in italiano e tracciabilità delle risorse per sapere chi finanzia questi centri. FdI ha presentato un pacchetto sicurezza alla Camera su questo tema e lo mette a disposizione di tutto il Parlamento». Firmato, Giorgia Meloni. Era il 2016 e il partito dell’attuale premier era lontano dalle percentuali di consenso di oggi, che l’hanno portato a essere prima forza politica nel Paese. Quello che non è cambiato, invece, è l’atteggiamento verso i luoghi di culto islamici in Italia. Molti dei quali, è vero, sono istituiti in strutture nate per altri scopi. Allora FdI, con una proposta di legge a prima firma dal capogruppo alla Camera Tommaso Foti, punta a vietare la trasformazione di capannoni e garage in moschee. Il testo ha iniziato questa settimana l’iter nella commissione Ambiente, tra le proteste delle opposizioni, che ne hanno ravvisato estremi di incostituzionalità: attraverso le norme urbanistiche, i meloniani vorrebbero incidere sulla libertà di culto, garantita dalla Carta.


La proposta di legge prevede che, per le religioni che non hanno sottoscritto una intesa con lo Stato, le associazioni culturali che utilizzano un immobile non ne possono cambiare destinazione d’uso per adoperarlo come luogo di culto. Considerando le religioni più diffuse in Italia, l’Islam è l’unica che non ha sottoscritto un’intesa con lo Stato. Il relatore del testo Fabrizio Rossi, di FdI, illustrandolo in commissione, ha spiegato che si «intende limitare l’applicazione della vigente disciplina tenuto conto della proliferazione nell’ultimo decennio di associazioni che, di fatto, hanno come funzione esclusiva o prevalente quella di gestire luoghi di culto per le comunità islamiche in immobili privi dei requisiti urbanistici, strutturali e di sicurezza, necessari per tale destinazione d’uso». Alleanza verdi sinistra, Partito democratico e Terzo polo hanno manifestato la propria contrarietà in commissione. Angelo Bonelli, deputato di Avs, ha anche scritto una lettera al presidente di Montecitorio, Lorenzo Fontana: «Gli ho chiesto di fermare questa follia. La destra al governo ha queste priorità: il decreto rave, il decreto contro i permessi umanitari, ora contro i luoghi di culto. Una vergognosa espressione di questa destra illiberale».


La nota di Bonelli e la replica di Rossi

Angelo Bonelli: «È una destra illiberale e discriminatoria che, con la proposta di legge a prima firma Foti di FdI, attacca le confessioni religiose non riconosciute. Il testo, che ha iniziato l’iter di approvazione in commissione Ambiente alla camera, chiede la modifica all’articolo 71 del codice del Terzo settore per sancire l’esclusione delle agevolazioni urbanistiche alle associazioni di promozione sociale che svolgono, anche occasionalmente, attività di culto di confessioni religiose i cui rapporti con lo Stato non sono regolati dal Concordato, quindi discrimina tutti i culti che non siano la Chiesa Cattolica. È un provvedimento chiaramente incostituzionale. La Corte costituzionale, in passato, è intervenuta su analogo provvedimento della Regione Lombardia, dichiarandolo incostituzionale per violazione dell’art. 19 della Costituzione che sancisce la libertà di culto. Se la norma fosse approvata, le confessioni religiose che si dovessero trovare ad esercitare il culto in ambienti non conformi con gli strumenti urbanistici, andrebbero chiuse, ma questo verrebbe applicato solo ai mussulmani e a quelle confessioni non riconosciute. In Italia ci sono molte parrocchie e oratori che si trovano in ambienti non conformi con gli strumenti urbanistici che giustamente non vengono chiusi. Foti però vuole chiudere i luoghi dove si esercitano culti diversi. È una discriminazione inaccettabile».

Rossi: «Bonelli, in uno slancio d’accento giuridico, sostiene che la norma contenuta in una proposta di legge a prima firma del capogruppo di FdI alla Camera Foti farebbe chiudere spazi che, senza idonea destinazione urbanistica, vengono utilizzati per finalità di culto. In realtà, la norma prospettata non è di interpretazione autentica, ragione per cui non opera retroattivamente e, quindi, l’unica cosa a cui pone fine sono le dabbenaggini giuridiche di Bonelli, atteso che potrà produrre effetti solo per il futuro. Bonelli all’evidenza ignora, o fa finta di non sapere, che i luoghi di culto, e non quelli di studio dello stesso o di svago annessi a quelli di culto, per potere essere realizzati necessitano di idonea classificazione urbanistica dettata dalla legge. E proprio per evitare la furbizia di aggirare la normativa vigente, si inserisce la proposta di legge a firma Foti soggetta, come tutte le proposte in fase di esame, a modifiche. Se poi il fine unico di Bonelli è quello di tifare per un sistematico aggiramento della normativa esistente, nata per ben altre finalità, è legittimo da parte sua sostenerlo, così come doveroso da parte nostra porre fine a detto malvezzo».

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