Napoli, la versione della Marina sulla nave turca: «Persone armate a bordo, intervento necessario»

Secondo il documento pubblicato dal ministro della Difesa Crosetto, la Marina Militare e le forze speciali italiane hanno agito da protocollo

Prosegue le polemica sul blitz a bordo della Galata Seaways, la nave turca sulla quale sono intervenuti i militari della brigata San Marco dopo l’allarme lanciato dal comandate. Secondo i primi accertamenti svolti dalla Procura di Napoli, a bordo dell’imbarcazione non vi sarebbe stato nessun tentativo di dirottamento, né sequestro o aggressione, diversamente da quanto inizialmente dichiarato dal ministro della Difesa Guido Crosetto. Sul caso è intervenuta anche la Marina Militare che in una nota ha tentato di chiarire le ragioni dell’intervento da parte delle forze speciali italiane: «In linea generale e preliminare è giusto chiarire che la presenza a bordo di una nave mercantile di personale armato, che non risponde alle disposizioni dell’equipaggio, costituisce sempre una potenziale grave minaccia all’equipaggio, ai passeggeri e alla navigazione, comportando un immediato intervento delle autorità per il ripristino delle condizioni di sicurezza necessarie al prosieguo della navigazione. Ed è questo quello che è accaduto, senza ingigantimenti di fatti e sulla base di precise valutazioni tecniche e operative». Il ministro Crosetto, in mattinata, è intervenuto sulla questione con un tweet, in cui ha scritto: «Oggi alcuni giornali infangano, raccontando i fatti della Nave Galata Seaways come “inventati”. Poiché Ministero della Difesa e Ministro agiscono con responsabilità ed approfondendo, è giusto dimostrare la verità e l’infondatezza di queste notizie, a tutela del Sistema Paese». Il ministro della Difesa ha allegato al tweet gli screenshot di un documento in cui vengono ricostruite in ordine cronologico le tappe che hanno portato all’intervento delle forze speciali italiane sulla Galata Seaways. Al termine della nota si legge: «Si precisa che le attività di ricerca dei clandestini a bordo della motonave non hanno, in nessun momento, comportato l’uso della forza da parte dei militari. Nesssun danno fisico è stato quindi riscontrato a chicchessia durante l’espletamento delle attività».


Il documento pubblicato dal ministro Crosetto

Secondo quanto ricostruito finora dalla Procura di Napoli, al momento nessun elemento investigativo fa supporre che l’intenzione delle persone a bordo fosse quella di dirottare con l’uso della forza il mercantile. C’è però un elemento nuovo, che è emerso proprio dal documento pubblicato dal ministro Crosetto che sino a oggi era rimasto secretato. Nella nota si legge che il 9 giugno alle 11:04, il comandante della nave turca Galata Seaways, Acarkan Ocakli, aveva avanzato al centro di coordinamento marittimo italiano una «urgente richiesta di assistenza» motivata «dall’asserita presenza a bordo del mercantile stesso di 15 clandestini (di cui 2 armati con armi da taglio), che costituivano una minaccia per l’equipaggio». Sempre secondo quanto riportato nella nota, alle 14.01 il coordinamento marittimo turco ha informato gli omologhi italiani, segnalando che «il comandante e la compagnia di navigazione richiedevano un’operazione di abbordaggio per poter gestire la situazione a bordo» e «di conseguenza, veniva disposto l’intervento rapido di una squadra di abbordaggio della Brigata Marina San Marco». Intanto proseguono le indagini della Procura di Napoli, con le ulteriori valutazioni del caso che procederà a fare nei prossimi giorni.


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