Quella volta che Silvio chiamò una casa d’aste a mezzanotte per i quadri: «Sono Berlusconi». «E io sono Napoleone»

Il ricordo di Alessandro Orlando, volto notissimo delle vendite notturne in tv

Nel corpus di vita e opere di Silvio Berlusconi c’è anche la chiamata a una casa d’aste dopo mezzanotte. Per comprare quadri. Con un piccolo equivoco iniziale. A raccontarlo è Alessandro Orlando, volto notissimo delle vendite notturne in tv, al Corriere della Sera. Tanto noto da essere considerato l’ispirazione di Corrado Guzzanti per il personaggio del critico d’arte di Teleproboscide che vuole vendere «un raffinatissimo mutandari». All’epoca all’asta c’è un quadro di un pittore della bottega del fiammingo Van Dyck che raffigura una Madonna con il bambino. «Era il 2018, come sempre in diretta dalle 21 all’1. Attorno alla mezzanotte «a uno dei miei centralinisti arriva la chiamata di un signore che dice “sono Berlusconi, offro 50 mila”. Lui rispose “e io sono Napoleone” e riagganciò». Ma il tele-cliente non si dà per vinto: «Richiamò, il numero era privato e fu liquidato».


Tre milioni in due anni e mezzo

A quel punto al telefono richiama Marta Fascina: «Richiamarono da un cellulare — la voce poi scoprimmo essere quella di Marta Fascina — disse che effettivamente chiamava da parte del presidente Berlusconi che voleva davvero fare un’offerta». Alla fine l’acquisto va in porto per 62 mila euro: «Richiamammo e rispose proprio lui chiedendo di portare l’opera ad Arcore. Pensavo a uno scherzo, ma andai. “Sono Alessandro Orlando della galleria Orlando”. “Prego, si accomodi”. Non era uno scherzo». L’incontro, ricorda nel colloquio con Edoardo Lusena, si svolse così: «Mi riempì di complimenti, mi disse che ero il più grande venditore d’Italia. A quella seguirono altre 25 visite: ha comprato 2.500 quadri da me (tanti soggetti sacri ma anche nudi femminili e più di un migliaio di quadri russi) in 2 anni e mezzo. Da me avrà speso intorno ai 3 milioni».


La collezione

E il loro rapporto «è durato più o meno due anni e mezzo, fino al Covid. Con me e il mio staff è stato affettuoso dal primo momento». Quando ha saputo della morte Orlando ha subito pensato «allo sguardo con cui osservava i quadri, con un amore incredibile e attenzione. E poi mi sono chiesto cosa sarà ora di quella collezione».

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