Il libro di Giuseppe Graviano (e Salvatore Baiardo?) su Berlusconi e la mafia

Madre Natura vuole raccontare i rapporti di suo nonno con l’ex premier. Per provare a uscire dal carcere

Il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano vuole pubblicare un libro con le sue memorie. Forse per fare concorrenza a Salvatore Baiardo, il suo ex factotum che ne ha annunciato a sua volta un altro. O forse con un accordo. Di certo con l’intenzione di raccontare gli investimenti del nonno e di altri imprenditori palermitani nelle imprese di Silvio Berlusconi, come “Madre Natura” ha già scritto in un memoriale per il tribunale. Mentre Urbano Cairo, convocato dalla procura di Firenze come testimone sul caso Giletti, non andrà per un impedimento. A scriverlo oggi è la Repubblica, che racconta le nuove ambizioni letterarie del fratello di Filippo. E della presunta foto che ritrarrebbe l’ex premier proprio con Graviano e il generale dei carabinieri Francesco Delfino.


Madre Natura scrive

Il libro di Graviano dovrebbe trattare delle stragi di Capaci e via D’Amelio. E smontare la verità giudiziaria sul suo ruolo nella progettazione della strategia della tensione di Cosa Nostra. Nata con il comando di Totò Riina e proseguita con l’ausilio di Matteo Messina Denaro. Il libro, fa sapere Lirio Abbate, è quasi pronto alle stampe. Ma non si sa chi l’abbia materialmente scritto. La sua esistenza emerge dalle dichiarazioni fatte in questi anni dallo stesso Graviano durante i colloqui in carcere e i discorsi con gli altri detenuti. La vicenda è quella raccontata nel suo memoriale. Secondo il boss «la morte di mio padre, i rapporti di Totuccio Contorno con la procura di Palermo, quelli del gruppo di Bontate con Berlusconi, gli investimenti finanziari di alcuni imprenditori di Palermo a Milano, la strage di via d’Amelio» fanno parte di una vicenda collegata.


La versione di Giuseppe Graviano

Madre Natura sostiene che dell’omicidio del padre, imprenditore «e incensurato» Michele Graviano, per il quale si è accusato Tanino Grado, sarebbe invece anche responsabile il pentito Totuccio Contorno. E accusa persino «il pool della procura di Palermo, composto da Falcone, Chinnici e altri» di aver consentito a Contorno di commettere «una serie sconfinata di omicidi» che non avrebbe mai confessato. Nel memoriale c’è anche spazio per un investimento. Effettuato dal nonno materno Filippo Quartararo insieme ad altri facoltosi palermitani. 20 miliardi di lire dell’epoca. Ovvero 173 milioni di euro di oggi. Questi 20 miliardi, secondo Graviano, erano garantiti da una scrittura privata. Che lui afferma di aver visto. Così come afferma di aver visto altre due volte a Milano Berlusconi per parlare dell’affare.

Gli obiettivi

Graviano avrebbe due obiettivi distinti. Il primo sarebbe uscire dal carcere dopo 30 anni di 41 bis. Il secondo è incassare la somma milionaria che Berlusconi, secondo quanto sostiene il boss, doveva alla sua famiglia. E siccome proprio Baiardo ha cominciato a parlare di libri, l’idea che si sono fatti a Firenze è che Graviano abbia trovato in lui un prestanome per dire quello che vuole.

Leggi anche: