«Mi sono sentito maturo quando ho capito che sbagliare non è una tragedia». Gli auguri della scuola Holden agli studenti per l’esame di maturità

Chi l’esame l’ha già fatto ricorda agli studenti che stanno per farlo che non sono le prove scolastiche a definire il valore di un individuo

«Quando sono andato a letto presto». Questo è uno dei punti che compongono il numero 100 sulle pagine del Corriere della Sera. Un’inserzione della scuola Holden, istituto torinese di storytelling, in vista degli esami di maturità, al via mercoledì 21 giugno con la prima prova. «Fra pochi giorni 470 mila studenti affronteranno l’esame di Stato», si legge in fondo alla pagina, sulla parte bassa del secondo zero. «Ci siamo chiesti cosa significhi arrivare alla maturazione, dove si collochi l’esperienza. Questi sono i nostri 100 punti di maturità». Le frasi che si susseguono rispondono alla domanda: «Mi sono sentito maturo…». Alcuni sono classici: «Quando ho iniziato ad apprezzare la solitudine ma a cercare comunque la compagnia». Altri comici: «Ogni volta che metto il punto in un messaggio Whatsapp». «Quando metto il telefono in modalità aereo anche se non sono in aereo».


Ispirazione, momenti tristi e felici

Ce ne sono di ispirazionali: «Quando mi sono reso conto che sbagliare non è una tragedia»; «quando ho riconosciuto un mio errore». «Quando ho capito che devo parlare a me stessa come parlo alle mie amiche». L’augurio ai maturandi da chi l’esame l’ha già superato continua. Il fulcro è sempre lo stesso, non sono tesine e prove numerate a definire la maturità di un individuo, bensì la persona stessa che riconosce il proprio percorso di crescita, a prescindere da dove, come, e quando questo avvenga. E così c’è chi si sente maturo quando spiega alla madre la differenza tra Renzi e Bersani e chi quando prende una multa. Tanti momenti tristi: «Quando ho smesso di vedere i genitori», «quando ho capito che un giorno morirò», «ogni volta che non spengo la sveglia per tornare a dormire».


Crescita e senso del dovere

Ma anche piccole e grandi soddisfazioni personali: «Da quando mi mantengo con i soldi che guadagno d’estate in fabbrica, quando ho provato entusiasmo per un pacco da sei calzini in offerta alla Lidl; quando metto le lenticchie in ammollo per mangiarle il giorno dopo; quando sono andata dal medico da sola; i primi tacchi a spillo per andare a un matrimonio». Ma c’è anche l’autoaffermazione: «Quando il cuore ha smesso di farmi male»,« quando ho iniziato a lasciare andare», «quando ho smesso di cercare scuse, quando ho detto di no».

Infine, qualcuno associa la maturità al senso del dovere che nella maggior parte dei casi accompagna la vita adulta: «Quando ho aperto la partita Iva»; «quando ho comprato le verdure senza che nessuno mi dicesse di farlo». La morale siede a metà del primo zero, un messaggio a tutti quelli che soffrono l’ansia che a volte la scuola può dare: «Quando mi sono reso conto che sbagliare non è una tragedia. Il fallimento non è la fine del mondo come ti dicono a scuola».

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