A processo l’ex M5s Giovanni Favia, la decisione del Gip sulle accuse di violenza sessuale

Per il giudice alcune prove sono chiare: dai messaggi che i due si erano scambiati la mattina dopo i fatti ai racconti dei testimoni. Accolta la richiesta di archiviazione dei reati di stalking e lesioni

Il Gip del tribunale di Bologna ha ordinato di formulare l’imputazione per il reato di violenza sessuale a Giovanni Favia. Si tratta dell’ex esponente del Movimento 5 Stelle e candidato sindaco di Bologna nel 2009 denunciato da una donna di 27 anni – con cui aveva avuto una relazione – per averla violentata mentre era stordita dall’alcool. Stando al racconto della giovane i due si erano conosciuti su un’app di incontri e avevano una relazione «tossica». A marzo dello scorso anno lei raccontò: «Mi sminuiva e mi denigrava. Una volta mi ha schiaffeggiata dopo il mio rifiuto ad avere rapporti sessuali». La relazione è poi andata avanti per mesi fino alla presunta violenza, che risale tra il 5 e il 6 novembre 2021, quando la vittima denunciò l’uomo di averla costretta ad avere un rapporto sessuale. Il giudice ha, però, accolto la richiesta di archiviare altri reati inizialmente ipotizzati dalla Procura: stalking e lesioni.


Le accuse

Secondo il giudice le prove che sono state acquisite consentono di formulare una previsione di condanna ragionevole: dai messaggi che Favia e la donna si sono scambiati la mattina dopo, dove commentavano quanto accaduto alle testimonianze delle persone con cui la vittima si confidò. «Affronteremo con serenità gli ulteriori passaggi della vicenda, con la consapevolezza che la decisione presa oggi dal giudice si sostanzia su una diversa interpretazione di due messaggi whatsapp scambiati all’indomani dei fatti, da due persone che all’epoca avevano una relazione sentimentale», ha dichiarato l’avvocato dell’ex esponente 5 Stelle.


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