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Debora Serracchiani, la «botta fortissima» col monopattino la avvicina a Salvini: «Troppo diffusi: servono regole»

La deputata Pd spiega di essere una guidatrice esperta, con tanto di patente A per la moto. Eppure quel monopattino l'ha sorpresa e ora invoca casco obbligatorio e assicurazione

È stata una «botta fortissima» quella che la deputata Pd Debora Serracchiani ha dato a un’auto parcheggiata mentre era a bordo di un monopattino elettrico lo scorso sabato a Lignano Sabbiadoro, in provincia di Udine. E il bilancio per l’ex presidente del Friuli Venezia Giulia è abbastanza pesante in termini di danni fisici, perché oltre ai diversi lividi per il suo ginocchio si mette male: «Ho fatto la risonanza magnetica – ha detto al Corriere della Sera – non è rotto, ma i legamenti sono compromessi». Per ora i medici le hanno imposto dieci giorni di riposo, anche perché «riesco a mala pena a muoversi con le stampelle». Convalescenza a parte, per Serracchiani quella «botta fortissima», come l’ha definita lei, è stato un importante campanello d’allarme su quanto possano essere pericolosi i monopattini elettrici, al punto da portarla su posizioni molto vicine a quelle del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, intenzionato a introdurre regole più ferree sull’uso dei mezzi elettrici.

Serracchiani ci tiene a chiarire che lei non è una guidatrice inesperta, anzi: «Ho anche la patente A, guido la moto, sono esperta». E pensare che non era la prima volta che Serracchiani saliva su un monopattino, ma quello di Lignano Sabbiadoro dice era «ben più grande» e ha «sottovalutato questo aspetto». È lei stessa a raccontare la spaventosa dinamica: «Ero sulla strada che collega Lignano Sabbiadoro a Lignano Pineta, pochi chilometri di distanza. Ho cercato una bicicletta elettrica ma non l’ho trovata. Sono salita su questo monopattino e ho dato una forte accelerazione mentre stavo prendendo una curva. Non ho fatto in tempo a tirare giù il pollice dalla leva e mi sono schiantata su una macchina parcheggiata. Meno male che era parcheggiata. Meno male che era parcheggiata in obliquo, ho preso la portiera che è un po’ più flessibile. Ma il colpo è stato violentissimo. Per fortuna sono intervenuti i vigili urbani che hanno chiamato l’ambulanza. Tutti gentilissimi e molto professionali».

Si sente un po’ miracolata la deputata Pd, che dopo quell’esperienza è sempre più convinta di quanto sia necessario imporre regole più chiare sui monopattini: «Ormai sono troppo diffusi per rimanere senza regola alcuna». La prima cosa che le viene in mente è di certo introdurre il casco obbligatorio: «Io non ho sbattuto la testa, ma se fosse successo il danno sarebbe stato molto grave». E poi passa in rassegna una serie di regole che vorrebbe introdurre, molto simili a quelle annunciate da Salvini: «Assicurazione obbligatoria. E poi capire dove i monopattini possono o non possono andare e dove possono parcheggiare. Adesso vanno dappertutto, sui marciapiedi, le piste ciclabili. Parcheggiano ovunque, intralciano le ambulanze, i disabili, i mezzi di soccorso».

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