Dietrofront nella scuola di Rovigo, abbassati i voti in condotta agli studenti dei pallini contro la prof

La decisione del Consiglio di classe, convocato dopo la lettera del ministro Valditara alla preside

Sono stati abbassati i voti in condotta per gli studenti coinvolti nel caso avvenuto all’Istituto Viola Marchesini di Rovigo, dove erano stati sparati pallini di gomma contro una professoressa. Il Consiglio di classe convocato oggi, 27 giugno, ha deciso di ridurre i voti, portando il 9 in condotta dato a uno studente a 7, mentre agli altri che avevano avuto 8, il consiglio ha deciso di dare 6. La decisione – che dovrebbe escludere bocciatura – è arrivata dopo che il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara aveva inviato un’ispezione e chiesto alla preside, Isabella Sgarbi, di riconvocare il Consiglio di classe per rivalutare la situazione dei ragazzi. «Visti gli esiti della relazione degli ispettori e considerata la non corretta applicazione del Dpr 122/2009 e del regolamento di istituto – ha detto – ho avvertito l’esigenza di invitare la dirigente scolastica a riconvocare il consiglio di classe, al fine di riconsiderare in autotutela le decisioni prese».


La vicenda

I tre studenti di Rovigo erano stati sospesi il 7 novembre scorso: cinque giorni per l’alunno che aveva sparato con una pistola ad aria compressa contro la loro docente e per quello che aveva ripreso la scena; due giorni invece per il proprietario della pistola, che l’avrebbe portata a scuola lasciandola usare e poi l’aveva nascosta. Gli scrutini in quella classe aveva inoltre stabilito – a distanza di 8 mesi dai fatti – due promozioni, di cui una con il 9 in condotta e una bocciatura per lo studente che aveva portato all’interno dell’Istituto l'”arma”. Ora, però, il dietrofront: il Consiglio di classe ha infatti deciso di abbassare i voti in condotta di entrambi gli alunni.


«Attività di volontariato e più valore al voto in condotta»

Il ministro del Governo Meloni oggi – martedì 27 giugno – al decimo congresso Confsal ha annunciato che a breve verrà varato un pacchetto di misure che sostituisca le sospensioni ai lavori socialmente utili e attività varie di recupero e che vuole dare più valore al voto in condotta. «Non sono favorevole a lasciare a casa, a non fare nulla, un ragazzo che si è comportato male, significa abbandonarlo a se stesso. Serve al contrario più scuola, coinvolgendolo maggiormente anche in attività di volontariato», ha detto Valditara. Ad oggi un voto in condotta inferiore al 6 e dunque alla sufficienza, determina la non ammissione alla classe successiva o agli esami di Stati; il 7, invece, che viene attribuito agli alunni che hanno dimostrato comportamenti poco corretti nei confronti dei professori, dei compagni e del personale della scuola, sono stati ripresi ed hanno ricevuto note disciplinari o sono stati spesso assenti, non comporta la bocciatura, come ha ribadito due anni fa una sentenza del Consiglio di Stato. Le cose, però, potrebbero cambiare. Valditara ha infatti affermato che già una decina di docenti che sono stati aggrediti da studenti o dalle loro famiglie ha deciso di farsi difendere dall’Avvocatura dello Stato.

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