Spieghiamo il mistero delle fantomatiche “scie chimiche discontinue”

Ecco come si formano le scie di condensazione degli aerei

Quando parliamo di teorie del complotto una delle caratteristiche più importanti riguarda chi ci crede: ovvero, l’essere totalmente refrattari alle spiegazioni, anche quando vengono ripetute sovente. Per le cosiddette Scie chimiche non ci sono eccezioni. Prendiamo per esempio le recenti condivisioni Fecebook (per esempio qui, qui e qui) riguardanti il filmato di un velivolo che rilascia una scia di condensazione, la quale si interrompe bruscamente. Per i lettori più accorti sarà una banalità, ma noi non possiamo dare per scontato che tutti sappiano come si formano le scie di condensazione e come mai in certi casi possono interrompersi bruscamente, e persino ricominciare, anche a distanze apparentemente ridotte.

Per chi ha fretta:

  • Le scie di condensazione discontinue sono un fenomeno noto e già spiegato.
  • Il cambiamento delle condizioni atmosferiche può determinare la discontinuità delle scie che si formano durante il passaggio degli aerei.
  • Tali spiegazioni si evincono basandoci su leggi fisiche esistenti ben prima che circolasse la bufala delle Scie chimiche, e vengono studiate dai meteorologi di tutto il mondo.

Analisi

Nelle condivisioni che circolano su Facebook possiamo leggere battute come «Ops…abbiamo finito la condensa?».

Oppure troviamo i soliti slogan scritti rigorosamente in blocco maiuscole: «CIELI PIENI DI VELENI E C’E’ ANCORA CHI PENSA CHE SIA CONDENSA….CONTINUATE A DORMIRE…», con un riferimento spazio-temporale: Zurigo, 19 giugno 2023.

Prendendo per buono che il filmato sia “autentico”, ovvero che rappresenti perfettamente un fenomeno ripreso nei cieli, la spiegazione è nota, e si evince dal modo in cui si formano le scie di condensazione degli aerei.

Sveliamo il “mistero”

La formazione delle scie di condensazione è legata alla tensione o pressione del vapor saturo dell’acqua. Quando l’aria è relativamente più calda (secondo i meteorologi, se una corrente d’aria ha una temperatura maggiore rispetto a un’altra, viene considerata “calda”), aumenta la probabilità che contenga vapore acqueo. Possiamo immaginare questo concetto immaginando una vasca d’acqua che varia le sue dimensioni in base alla temperatura: se l’aria è calda, la vasca sarà più grande e richiederà un aumento maggiore di umidità per raggiungere la saturazione; al contrario, se l’aria è fredda, la vasca sarà più piccola, consentendo una maggiore probabilità di saturazione.

È possibile osservare le scie di condensazione anche a quote in cui l’umidità è pari a zero, anche se di solito non scende al di sotto del 3%. Ciò accade perché il motore dell’aereo rilascia vapore acqueo, oltre a composti chimici di scarto che agiscono come “nuclei di condensazione”, facilitando la formazione di nuvole. Tecnicamente, le scie di condensazione sono considerate nuvole. A diverse quote, le condizioni di pressione, umidità e temperatura possono variare anche in breve tempo. Questo spiega perché è possibile osservare scie di condensazione in un cielo sereno.

Uno dei più importanti studiosi delle scie di condensazione è stato H. Appleman, i cui grafici sono conosciuti da tutti i meteorologi. Fin dal 1953, Appleman ha sviluppato un metodo per calcolare la comparsa delle scie di condensazione in base alle condizioni fisiche. Oggi esistono software basati sui suoi calcoli e su quelli più avanzati di Ulrich Schuman degli anni ’90. Questi software sono accessibili a tutti e consentono di calcolare, incrociando i dati meteorologici con i dati dei voli previsti, la probabilità di formazione delle scie di condensazione.

Quindi le scie di condensazione possono anche essere discontinue, infatti anche le nuvole hanno confini ben definiti e non si dissolvono gradualmente “nel blu del cielo”. Tutto dipende dai fattori fisici appena spiegati: bolle di atmosfera con diverse condizioni di umidità e temperatura causano un’interruzione brusca della scia, creando alternanza tra zone sature e zone non sature.

I tentativi di confutazione dei complottisti

Questa spiegazione è sufficiente per quasi ogni tipologia segnalata. In un’altra condivisione per esempio, si vorrebbe dimostrare una differenza “palese” tra Scie di condensa (quelle non persistenti secondo la narrazione complottista) e Scie chimiche (quelle persistenti) manifestatesi in condizioni di quota e temperature apparentemente identiche. In realtà non ci è dato sapere come un utente sarebbe stato in grado di fare tali misurazioni con la videocamera di un cellulare. Chiaramente nella clip vediamo un velivolo in un momento e in una posizione differente rispetto a quella in cui si trovava l’aereo (magari con un modello di motore differente) che ha rilasciato la scia precedente.

Conclusioni

Non c’è nessun mistero, così come diverse condizioni atmosferiche modellano la forma variegata delle nuvole, permettono anche la formazione di scie di condensa rilasciate attraverso gli aerei, che si interrompono e/o riprendono bruscamente nel cielo.

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