Francia, l’appello della nonna di Nahel: «Basta spaccare tutto. Fortunatamente c’è la polizia»

Anche lei, come la madre del giovane ucciso a sangue freddo da un poliziotto, non accusa le forze dell’ordine

«Non vogliamo che spacchino tutto». Con queste parole inizia l’appello di Nadia, la nonna di Nahel M., il 17enne di origini algerine ucciso a Nanterre con un colpo di pistola sparato da un agente di polizia che l’aveva fermato a un posto di blocco. La donna, ocme riferisce BfmTv, si rivolge proprio a coloro che per vendicare l’uccisione del ragazzo da giorni mettono a ferro e fuoco la Francia, manifestando un disagio che spesso va oltre il caso di police brutality in questione. La donna non si lascia andare a generalizzazioni: «Fortunatamente c’è la polizia», dichiara, ribadendo il concetto principale, «non vogliamo che distruggano gli autobus, le finestre, le vetrine, le scuole; vogliamo che torni la calma, che la gente si calmi». Un altro familiare del giovane arabo lancia quindi il proprio messaggio. La prima a farlo era stata la madre, che aveva rifiutato ogni generalizzazione ma aveva accusato il poliziotto che ha sparato di averlo fatto mosso dal razzismo


Gli scontri

Intanto, la sesta notte di proteste, pur rimanendo brutale, è stata meno violenta delle precedenti. In pochi giorni sono stati schierate decine di migliaia di agenti che hanno arrestato migliaia di persone, un terzo delle quali minorenni. Almeno 1.350 sono le automobili bruciate e oltre 2.500 i falò appiccati per strada; 266 a edifici, tra cui 26 municipi e 24 scuole. Tutto per Nahel, diventato il simbolo delle sofferenza delle banlieue, da Nanterre – dove viveva – a Tolosa, passando per Lione, Parigi e tutti i grandi centri del Paese, in quella che i manifestanti considerano una vera e propria guerra da combattere finché non ci saranno pari opportunità tra abitanti delle periferie e del centro, tra i francesi bianchi e gli altri.


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