La madre del 17enne Nahel ucciso da un poliziotto: «Non ce l’ho con la polizia, ma con un agente: ha visto un ragazzo arabo e l’ha ammazzato»

Indignato invece l’avvocato che difende l’agente per l’arresto immediato in carcere: «Ha sparato un colpo che pensava necessario»

Mentre nelle periferie delle città francesi continuano gli scontri e le violenze dopo l’omicidio del 17enne Nahel da parte di un poliziotto, la madre del ragazzo in un intervista a France 5 ha detto che la sua rabbia non è rivolta all’intero corpo di polizia. «Non ce l’ho con la polizia – ha detto Mounia M. – ce l’ho con una persona: quello che tolto la vita a mio figlio. Lui non doveva uccidere mio figlio, c’erano altri modi di agire. Un proiettile? Così vicino al suo torace? No, non posso crederci. Ci sono altri modi di farlo uscire dalla macchina. Uccidere dei ragazzi cosi…per quanto tempo ancora?». La donna è sicura che il poliziotto ha agito per razzismo: «Ha visto la faccia di un arabo, quella di un ragazzino, e ha voluto togliergli la vita». L’avvocato che assiste l’agente accusato dell’omicidio e finito oggi in carcere ha ribadito che il suo cliente «ha sparato un colpo che pensava fosse necessario sparare con l’arma che gli era stata consegnata dallo Stato per garantire la sicurezza sua e dei suoi concittadini». Nel suo post su Facebook, l’avvocato Laurent-Fanck Lienard ha aggiunto. «In 31 anni di carriera in cui ho difeso casi di uso di armi, non mi era mai capitato che un cliente finisse in carcere subito dopo essersi ritrovato davanti al giudice. Consteremo e combatteremo la decisione, con tutti gli strumenti di legge. La battaglia è appena iniziata!».


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