Truccavano il tonno per «esaltare aspetto e colore», 12 arresti nel Barese. L’intercettazione: «Me li sogno la notte quelli che stanno male»

Sono state più di 30 le intossicazioni alimentari, con qualcuno finito anche in terapia intensiva. Per gli inquirenti anche il laboratorio di analisi sapeva della frode sul pesce crudo venduto in tutta Italia

Avevano truccato il tonno con additivi per «esaltarne aspetto e colore» finché diversi clienti di alcuni ristoranti sono finiti in terapia intensiva per intossicazione. La procura di Trani ha arrestato 12 persone, di cui cinque finiti in carcere e sette ai domiciliari, mentre altri sei sono indagati per una presunta associazione a delinquere che avrebbe provocato almeno 30 intossicazioni alimentare. L’inchiesta svolta dai Nas di Bari ha colpito i titolari e i dipendenti di due aziende ittiche di Bisceglie, la Ittica Zu Pietro srl e la Izp processing, un laboratorio di Avellino, l’Innovativo srl, e una società di consulenza, lo Studio summit srl. Le accuse a vario titolo sono di associazione a delinquere finalizzata all’adulterazione di sostanze alimentari, frode e falso nell’attività di produzione e commercio di prodotti ittici su tutto il territorio nazionale.


L’indagine era partita dopo una decina a di segnalazioni di intossicazioni in diverse province, tra Brindisi, Bari, Teramo, Pescara, Firenze e Genova. I dipendenti del laboratorio di Avellino addetti alle analisi, secondo gli inquirenti, sapevano della frode e non hanno mai avvertito della presenza degli additivi non consentiti. In un’intercettazione a settembre 2021, una dipendente del laboratorio che doveva certificare la bontà del tonno dice: «Me li sogno la notte i cristiani che si sentono male. Nessuno ci ha lasciato le penne solo per grazie del Signore: non mangiare pesce crudo». Una conferma, secondo gli inquirenti, che tra i dipendenti del laboratorio c’era la «volontà di scremare i dati o di ometterli», tutto al fine di «massimizzare il volume di affari viste le centinaia di chili di prodotto adulterato commercializzato in tutta Italia».


Dalle perquisizioni dello scorso maggio fatte dai Nas tra Napoli, Salerno, Campobasso, Taranto e Foggia è emerso che gli indagati avrebbero messo in commercio grandi quantità di salmone congelato spacciato per fresco, oltre che di preparazioni a base di pesce lavorate in un’altra loro azienda. Il tutto sfruttando prodotti ittici scaduti, mentre in un altro caso una partita di tonno era in stato di alterazione pericolosa per la salute, visto che era contaminata con alti livelli di istamina, che se ingerito in grandi quantità può provocare reazioni simili a un’allergia alimentare.

Foto di archivio di Samee Anderson su Unsplash

Leggi anche: