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Libero, Alessandro Sallusti difende Filippo Facci: «Perché il Pd sta zitto su Saviano e Fedez?»

10 Luglio 2023 - 06:38 Redazione
filippo facci leonardo la russa alessandro sallusti
filippo facci leonardo la russa alessandro sallusti
Il direttore sull'editorialista e la frase su Leonardo Apache La Russa

Il direttore di Libero Alessandro Sallusti difende Filippo Facci. L’editorialista ieri è finito nei guai per un articolo sul quotidiano in cui parlava dell’accusa di stupro nei confronti del figlio di Ignazio La Russa. E ha risposto scusandosi per la frase incriminata. «Le sofisticate scienze forensi non impediscono che alla fine si scontri una parola contro l’altra, e che, nel caso, risulterà che una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa e che perciò ogni racconto di lei sarà reso equivoco dalla polvere presa prima di entrare in discoteca», è il pezzo incriminato. Sallusti dice che l’editto contro Facci arriva da Sandro Ruotolo. Che secondo lui è un «ex modesto giornalista alla corte di Michele Santoro oggi modesto politico alla corte di Elly Schlein».

Figli e figliastri?

Poi va al punto: «Al Pd non è passato per la testa neppure per un attimo di chiedere al comitato etico della Rai di escludere Roberto Saviano dalla prossima stagione televisiva – è previsto un suo programma – per aver detto su La7 che la presidente Giorgia Meloni “è una bastarda“, cosa assai più grave e sessista di un gioco di parole mal riuscito di cui non solo, a differenza di Facci, non si è mai scusato ma addirittura vantato. E la censura non è scattata per Fedez che ha addirittura simulato in diretta un rapporto tra uomini sul palco di Sanremo, cioè in casa Rai». E conclude così: «Il Pd non vuole Filippo Facci in Rai e ora alla Rai tocca scegliere: mettersi al servizio del Pd o dimostrare non dico l’indipendenza, sarebbe eccessivo, ma almeno un minimo sindacale di autonomia. Del resto c’è un precedente che dovrebbe fare scuola: avere mandato in onda anni fa Sandro Ruotolo».

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