«Cresciuta senza affetto e sesso, ti diverti così»: l’assessora di Torino pubblica la lettera di insulti per le multe dei T-Red

La replica di Chiara Foglietta: «Ok le critiche, ma non gli insulti. Le donne in politica? Devono lottare il doppio»

«La sua crudeltà nasce da un’infanzia senza amore, magari con genitori separati o con una frigida mancanza di affetto e sesso». Inizia così una lettera recapitata a Chiara Foglietta, assessora alla viabilità di Torino, che lei stessa ha deciso di pubblicare su Instagram. Chi scrive fa riferimento ai T-Red installati in città che stanno provocando non poche polemiche, dopo che sono state emesse migliaia di multe a coloro che si fermano troppo tardi o superano con le ruote dell’auto la linea di stop ai semafori. «Capisco che l’unica cosa che la rende euforica è accanirsi con gli automobilisti che hanno superato di un centimetro la riga semaforica», prosegue la lettera che urla alla «vergogna». Ma l’assessora non ci sta. Accetta le critiche, ma non gli insulti. E così risponde pubblicamente a uno dei suoi tanti hater.


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La replica dell’assessora: «Le donne devono lottare il doppio»

«A casa tutto bene, grazie. Infanzia piena d’amore e genitori ancora sposati. E per il resto della vita una quantità di affetto per cui sono davvero grata ogni giorno», scrive Foglietta in risposta alla lettera. «La critica è sempre ben accetta, le porte del mio ufficio sono aperte, ma – precisa – tutto questo è inaccettabile, anche per chi ha le spalle larghe come le mie». L’assessora fa sapere che messaggi, e lettere con insulti e minacce sono per lei all’ordine del giorno. Attualmente, non ha sporto denuncia formale. Per il momento, si è limitata a denunciare pubblicamente gli insulti che subisce quotidianamente. E quello che non le va più giù è il sessismo che trapela dalle parole di chi le scrive: «Non significa che i miei colleghi maschi non vengano insultati, ma per una donna le cose sono di certo più difficili. L’attacco diventa personale, spesso viene richiamata la famiglia e la sessualità. C’è un retropensiero che viene legato solo alle figure femminili. Le donne che si impegnano nei ruoli amministrativi – chiosa – devono lottare il doppio».

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