La lite a scuola, i calci allo scooter, gli insulti: tutta la storia di Filippo Facci, dell’ex compagna e dell’accusa di stalking

Il provvedimento del questore di Milano racconta una storia differente rispetto a quella del giornalista

Il giornalista Filippo Facci ha detto in un’intervista a La Stampa che l’ex compagna che oggi lo accusa di stalking «era una No-vax e ha fatto prendere il Covid ai miei figli». Sostiene di aver reagito «solo via mail» nei confronti della donna, che di mestiere fa l’avvocata. In realtà l’ammonimento del questore di Milano nei suoi confronti cita molte più vicende rispetto alle email (e agli sms). Giuseppe Petronzi scrive di «reiterate molestie» e di «espressioni dal contenuto gravemente ingiurioso». Ma anche «lesive della dignità della persona e della sua origine territoriale». In più oggi Repubblica racconta anche di un episodio davanti a una scuola che risale alle 3,30 del 17 marzo scorso. Nel quale sono intervenuti anche gli agenti. Ma nel frattempo il giornalista se ne era andato.


«Salutameli!»

Quel giorno la volante Monforte della Questura arriva all’esterno di una scuola media del quartiere Città Studi. La compagna di Facci è lì con un paio di commessi e anche due studenti. Il loro racconto verrà verbalizzato come testimonianza. Il giornalista, come detto, se ne è già andato. «Salutameli!», ha detto quando lei gli ha chiamato di aver chiamato i poliziotti. I due avevano appena litigato dopo i colloqui con i professori. Il motivo dello scontro non è specificato. Ma c’è un accenno a scambi di battute sui rispettivi genitori. Forse a questo si riferisce la frase del questore sulla sua origine territoriale. Mentre Facci ha perso la madre da bambino. Quando lei sale sullo scooter, è la testimonianza, il giornalista dà due calci al carburatore del mezzo e una manata al casco. L’avvocata ha reagito con uno schiaffo.


Le liti dal 2019

Poi i presenti li hanno divisi e hanno intimato al giornalista di scusarsi. Senza successo. Ma le liti tra i due proseguivano dal 2019. Nel giugno di quell’anno un decreto della nona sezione civile del tribunale di Milano ha sancito la separazione dei due. E ha deciso l’affido congiunto dei due figli della coppia. Un ragazzino di 13 anni e una bambina di 6. L’episodio che scatena la decisione di rivolgersi al questore è quello della scuola. Ma nell’esposto l’avvocata segnala anche sms e mail pieni di insulti. Che sono rivolti in un paio di casi (e minacciosamente) alla madre dell’avvocatessa. I due litigano sull’educazione e sui periodi da trascorrere insieme ai figli. Non sembrano esserci accenni a vaccini Covid da fare ai figli.

L’episodio del 28 febbraio

Ma nell’esposto si racconta anche un episodio specifico. Risale al 28 febbraio scorso. Facci presenta la revoca dell’assenso all’espatrio dei due piccoli, alla vigilia di una vacanza della donna con il nuovo compagno. Da qui parte l’istruttoria della Divisione Anticrimine della Questura. L’istruttoria viene annullata. E Facci ammette di aver agito «per ripicca»: “Il Facci ammette in memoria che lo scopo era quello di impedire alla sola madre di trascorrere tempo di qualità con (i figli, ndr), non essendovi quindi da parte di Facci alcuna reale motivazione legata al superiore interesse dei minori”. Le tesi difensive del giornalista, insiste il questore “non hanno sostanzialmente smentito i fatti come riferiti e documentati dalla parte istante”. E alla fine arriva l’ammonimento. Accompagnato ad intraprendere un percorso trattamentale per non ricascarci ancora.

Gli insulti

Il questore cita anche, tra le motivazioni del provvedimento, le reiterate molestie e gli insulti. Ovvero espressioni «dal contenuto gravemente ingiurioso, lesive della dignità della sua persona, delle sue capacità professionali, della sua origine territoriale». Tra le frasi: “idiota maleducata”, “put… parassita”, “sei ignorante e stupida”, “sei una str…”. Fino alla definizione di “sgraziatamente parvenu” a corredo della provenienza geografica dell’ex compagna. E a un’allusione alla morte dei tuoi genitori. Alla madre invece promette “di andare a prenderla a schiaffi”. Infine, il questore cita la “molesta interferenza nella vita privata e di relazione della richiedente”. Ovvero i riferimenti al nuovo compagno e alla vita affettiva della ex.

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