I soldi da Berlusconi nell’inchiesta su Dell’Utri e le stragi del 1993: due nuove accuse per l’ex senatore

450 mila euro con causale «donazione di modico valore». Il presunto collegamento con la nascita di Forza Italia

Trasferimento fraudolento di valori e mancata comunicazione della variazione del patrimonio. Sono le altre due accuse che i pubblici ministeri di Firenze muovono nei confronti di Marcello Dell’Utri. Due giorni fa l’ex senatore condannato per associazione mafiosa ha subito una perquisizione nell’ambito dell’inchiesta sulle stragi del 1993. Sarà interrogato il 18 luglio. Ma anche in questa inchiesta c’è una novità: Dell’Utri conservava in casa documenti riservati. Che possono riscontrare alcune delle accuse formulate dai pm. Sono stati acquisiti durante la perquisizione e ora verranno vagliati durante l’indagine.


I reati e i soldi

Repubblica fa sapere oggi che l’arrivo nella residenza di Segrate degli investigatori della Dia di Firenze ha colto di sorpresa i coniugi Dell’Utri. Che forse per questo motivo tenevano fra Segrate e gli uffici di via Senato a Milano i documenti sequestrati. Il Fatto spiega che al centro del nuovo accertamento ci sono due versamenti. Il primo è un “prestito infruttifero” disposto da Silvio Berlusconi. 500 mila euro arrivati sul conto della moglie Miranda Ratti il 23 luglio 2020. Secondo i pm nell’occasione Dell’Utri avrebbe eluso le disposizioni di legge che avrebbe dovuto rispettare dopo la condanna del 2014 per concorso esterno in associazione mafiosa. Agli atti c’è anche un’intercettazione in cui parlano il ragioniere di Berlusconi Giuseppe Spinelli e un funzionario della banca Ubi, che chiede delucidazioni proprio sul bonifico.


L’altro reato

C’è poi il reato previsto dall’articolo 31 della legge numero 646 del 13 settembre del 1982. Che in sostanza riguarda l’obbligo di comunicare per dieci anni tutte le variazioni dell’entità del patrimonio. Dell’Utri ha “dimenticato” di comunicare i bonifici da Berlusconi tra il 2021 e il 2022. In particolare il 19 maggio 2021 e il 14 gennaio 2022 ha ricevuto una «donazione di modico valore» in cinque bonifici da 90 mila euro l’uno. Per un totale di 450 mila. A partire da gennaio 2022 Berlusconi ha cominciato a regalare a Dell’Utri 30 mila euro al mese. La tesi dei magistrati è che questi soldi siano serviti all’ex premier per pagare il silenzio del suo ex braccio destro.

I mandanti esterni delle stragi del 1993

L’accusa più grave è naturalmente quella di essere i “mandanti esterni” delle stragi del 1993. Secondo il decreto di perquisizione Dell’Utri avrebbe istigato e sollecitato il boss Giuseppe Graviano «a organizzare e attuare la campagna stragista e, comunque, a proseguirla». Lo avrebbe fatto «al fine di contribuire a creare le condizioni per l’affermazione di Forza Italia, fondata da Berlusconi, alla quale ha fattivamente contribuito Dell’Utri». Il tutto «nel quadro di un accordo consistito nello scambio tra l’effettuazione, prima, da parte di Cosa Nostra, di stragi e poi, a seguito del favorevole risultato elettorale ottenuto da Berlusconi, a fronte della promessa da parte di Dell’Utri, tramite di Berlusconi, di indirizzare la politica legislativa del governo verso provvedimenti favorevoli a Cosa Nostra in tema di trattamento carcerario, collaboratori di giustizia e sequestro di patrimoni, ricevendo altresì da Cosa Nostra l’appoggio elettorale» nel 1994.

Forza Italia e Cosa Nostra

In questo quadro si inserisce l’incontro al Bar Doney tra Giuseppe Graviano e Gaspare Spatuzza. Nel quale Madre Natura spiega all’uomo che ha confessato di aver partecipato all’omicidio di Borsellino che l’Onorata Società sta cercando un accordo per risolvere «tutti i nostri problemi». Attraverso un accordo con «un compaesano nostro» (ovvero Dell’Utri) e il suo capo, ossia Berlusconi. Un mese dopo l’incontro al Bar Doney e dopo il fallimento dell’attentato allo stadio Olimpico i fratelli Graviano vengono arrestati in un ristorante di Milano dove pasteggiavano allegramente anche se erano latitanti. Da quel giorno sono al 41 bis. Se davvero c’era un accordo, è evidente che questo non abbia funzionato.

Strage in concorso

L’accusa nei confronti di Dell’utri è quella di «concorso in strage con i boss Giuseppe e Filippo Graviano e Gaspare Spatuzza. I pm hanno inserito le aggravanti di aver agito per finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, di aver agevolato l’attività di Cosa nostra. Con riferimento agli attentati commessi a Roma, Firenze e Milano dal 28 luglio 1993 al 23 gennaio 1994. Ieri l’avvocato di Dell’Utri Francesco Centonze ha smentito tutto. Definendo la tesi «del tutto incredibile e fantasiosa». Nel suo memoriale Giuseppe Gravianò parlò invece di un credito da parte di «imprenditori palermitani» nei confronti di Berlusconi. Soldi usati per gli investimenti immobiliari.

Foto copertina da: Dagospia

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