Tasse, l’affondo di Salvini: «Gli italiani sono ostaggio dell’Agenzia delle Entrate». Il Pd: «Legittima l’evasione fiscale»

Il leader della Lega ribadisce di augurarsi al più presto una «grande e definitiva pace fiscale»

«Milioni di italiani sono ostaggio da troppi anni dell’Agenzia delle Entrate». Con queste parole il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporto Matteo Salvini torna ad ammiccare a una fetta del suo elettorato, rilanciando la richiesta che nel nostro Paese si arrivi presto a una «grande e definitiva pace fiscale». Riproponendo un mantra a lui caro, ma sfiorato nei mesi scorsi anche dalla premier Giorgia Meloni, Salvini prova così a «coccolare» i liberi professionisti e le imprese che hanno pendenza con il fisco italiano: «Gli evasori totali per me possono andare in galera e buttare la chiave, ma se qualcuno ha un problema fino a 30 mila euro che si trascina da anni, chiudiamola. Gliene chiediamo una parte e azzeriamo tutto il resto». Il leader delle Lega propone quindi in sostanza un nuovo condono fiscale, in un Paese dove il nero contributivo ammontava a 203 miliardi nel 2019 secondo l’Istat, e a circa 100 miliardi nel 2022 secondo la Cgia di Mestre.


La replica del Pd

Immediata la replica del Partito democratico: «Cittadini ostaggio dell’Agenzia delle entrate. Lotta all’evasione come pizzo di Stato. La promessa di una pace fiscale definitiva, che segue un’altra pace fiscale definitiva, che segue condoni tombali di ogni genere e tipo, a riprova che quando è legittimata l’evasione non si arresta mai». Per voce della responsabile lavoro del partito, Maria Cecilia Guerra, i dem aggiungono: «Non meravigliano le parole di Salvini, ministro di un governo che prevede il ricorso a definizioni agevolate (evidentemente non definitive) fra i princìpi della delega della sua riforma fiscale». Riforma che entrerebbe in vigore in un Paese dove il 60% dei cittadini dichiara meno di mille euro lordi al mese.


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