Matteo Messina Denaro è stato condannato all’ergastolo. È il verdetto dei giudici della corte d’assise d’Appello di Caltanissetta che oggi, 19 luglio, nel giorno del 31esimo anniversario della strage di via D’Amelio, hanno emesso la sentenza nel processo contro il boss di Cosa Nostra, considerato uno dei mandanti delle stragi che costarono la vita ai giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. L’ultimo dei Corleonesi, che ha scelto di non comparire in video-collegamento in udienza, era stato condannato in primo grado all’ergastolo. Stessa pena chiesta dall’accusa, rappresentata in aula dai procuratori generali Antonino Patti, Fabiola Furnari e Gaetano Bono. Il collegio di giudici di secondo grado, presieduto da Maria Carmela Giannazzo, ha accolto dunque la richiesta avanzata dai pg.
La lettera inviata dal boss ai legali
L’ex superlatitante, ora al 41bis nel carcere de L’Aquila, ha inviato una lettera alla sua legale d’ufficio, Adriana Vella, per complimentarsi per l’arringa tenuta alla Corte d’assise d’appello di Caltanissetta che celebra il dibattimento. «Buona vita – Del poco che so mi è piaciuta la sua arringa», si legge nel telegramma del boss. L’avvocata era subentrata al primo legale d’ufficio, nominato dopo la rinuncia del difensore di fiducia di Messina Denaro, Lorenza Guttadauro.
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