Zaki riceve la laurea all’Università di Bologna: «Tanti in Egitto meritano la grazia come me. Giustizia anche per Regeni» – Il video

L’attivista egiziano ha ringraziato il governo italiano e la premier per averlo «aiutato a riprendere la libertà»

«Non ci sono parole in nessuna lingua che possano descrivere come mi sento»: inizia così l’intervento dell’attivista egiziano Patrick Zaki durante la conferenza stampa all’Università di Bologna. «È una bella sensazione essere di nuovo qui e nella città cui appartengo». Il 32enne, graziato dal presidente egiziano Al Sisi dopo la condanna a tre anni dal tribunale di Mansura, è atterrato oggi – domenica, 23 luglio, a bordo di un Boeing 737 di EgyptAir, all’aeroporto di Milano Malpensa. Poi, l’arrivo all’Alma Mater Studiorum di Bologna dove «sono arrivato per la prima volta – spiega nel punto stampa – quattro anni fa, non conoscevo nessuno qui a Bologna, passeggiavo per le strade le vie le piazze e non conoscevo nessuno. E adesso siete tutti qui per me: è veramente una sensazione incredibile. Non sapete quanto io abbia atteso questo momento così importante. Vi devo veramente ringraziare. Devo ringraziare la mia fidanzata, mia sorella, tante persone che vengono da tutta Europa». Per l’attivista dei diritti umani, a cui rettore Giovanni Molari ha consegnato la pergamena di laurea, conseguita il 5 luglio da remoto, il capoluogo emiliano «è una seconda casa», ribadisce Zaki. Poi i ringraziamenti per averlo «aiutato a riprendere la libertà. Grazie agli amici, ai colleghi, alle organizzazioni non governative e tutta la società civile, l’università di Bologna, tutti quelli che hanno lavorato a livello statale, governativo fino al primo ministro», afferma, smorzando le polemiche dei giorni scorsi.


«Sono qui per difendere i diritti umani»

Durante il discorso al rettorato di Bologna, Zaki ha poi ribadito il suo impegno nella difesa dei diritti umani. «Spero che le persone capiscano che io ho dei doveri delle responsabilità nei confronti della mia famiglia e della mia comunità e anche delle persone che mi aspettano nel mio paese d’origine in Egitto. Sono qui per difendere i diritti umani e sono qui grazie a chi mi ha aiutato», ha spiegato l’attivista che non dimentica, inoltre, «le persone che ancora stanno pagando per le loro battaglie». Poi l’appello: «Spero Spero che l’Italia e Ue ricordino che anche loro hanno una responsabilità. Quello che serve è giustizia, giustizia anche per Giulio Regeni (il dottorando di Cambridge sequestrato, torturato e ucciso a Il Cairo nel 2016, ndr)» perché «la mia – continua – è stata una storia di successo, ma in Egitto ci sono ancora centinaia di persone in prigione, chiediamo che vengano rilasciate. Meritano la grazia presidenziale come me», conclude Zaki.


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