Cattedrale ortodossa di Odessa, l’Unesco condanna i bombardamenti: «Brutali attacchi russi contro il patrimonio ucraino»

Il 25 gennaio scorso, il centro e il porto di Odessa sono stati inseriti fra i siti da proteggere dell’agenzia delle Nazioni Unite grazie a una procedura accelerata e dopo la richiesta di Kiev di tutelare la città sul mar Nero

I «brutali attacchi russi» che hanno colpito diversi siti nel centro di Odessa, tra cui la Cattedrale ortodossa della Trasfigurazione, sono stati condannati «con la massima fermezza» dall’Unesco. «Queste terribili distruzioni segnano una nuova escalation di violenza contro il patrimonio culturale dell’Ucraina»: è la denuncia della direttrice generale dell’agenzia delle Nazioni Unite per la cultura, l’istruzione e la scienza, Audrey Azoulay che ha esortato la «Federazione Russa a compiere passi concreti per adempiere ai suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale», relativi alla conservazione del patrimonio. Già due giorni fa, l’Unesco si era espressa sui bombardamenti russi al patrimonio culturale di Odessa, chiedendo «la cessazione degli attacchi contro i beni culturali protetti da strumenti normativi internazionali ampiamente ratificati». Il 25 gennaio scorso, il centro e il porto di Odessa sono stati inseriti fra i siti da proteggere delle Nazioni Unite grazie a una procedura accelerata e dopo la richiesta di Kiev di tutelare la città sul mar Nero. La sua iscrizione, non solo simbolica, nella lista dei patrimoni da proteggere, di fatto consente (o avrebbe dovuto consentire) all’Ucraina di avere accesso a «una maggiore assistenza tecnica e finanziaria internazionale», così da assicurare un’adeguata protezione al patrimonio locale e il futuro aiuto per la sua rinascita. Il presidente Zelensky, in quell’occasione, si era detto «grato» per la decisione dell’agenzia Onu. «Il centro storico della città portuale di Odessa non solo è incluso nella “Lista del Patrimonio Mondiale”, ma è anche riconosciuto come patrimonio culturale in pericolo. Sono grato ai partner che aiutano a proteggere la nostra perla dagli attacchi degli invasori russi!», era il messaggio del leader di Kiev su Twitter. Sulle responsabilità dei raid alla città portuale, Dmytro Kuleba, il ministro degli Esteri ucraino, non ha dubbi: «La Russia ha sistematicamente distrutto la Chiesa ortodossa in Ucraina e le sue sedi. L’ultimo raid di oggi è contro la Cattedrale della Trasfigurazione di Odessa. Ne parleremo alla prossima riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull’Ucraina per chiarire che la Russia è l’unica minaccia per gli ortodossi ucraini», ha annunciato sui social. Mosca, dal canto suo, nega invece ogni responsabilità. O meglio, conferma di aver attaccato la regione in nome di presunti «atti terroristici contro la Russia con l’aiuto di droni che erano in fase di preparazione», ma prende le distanze dall’attacco alla cattedrale di 200 anni, accusando – come suo solito – Kiev del colpo.


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