In Niger è il giorno delle evacuazioni: partito il primo volo Parigi-Niamey. La Germania ai suoi cittadini: «Salite sugli aerei francesi»

Il ministro degli esteri Tajani annuncia «un volo speciale per i cittadini italiani che vogliono lasciare il Paese»

A pochi giorni dal colpo di Stato in Niger, i governi occidentali corrono ai ripari per permettere ai propri connazionali di lasciare il Paese prima di nuovi disordini. «Il governo italiano ha deciso di offrire ai nostri concittadini presenti a Niamey la possibilità di lasciare la città con un volo speciale per l’Italia», scrive su Twitter il ministro degli Esteri Antonio Tajani. L’Ambasciata a Niamey, precisa il titolare della Farnesina, «resterà aperta e operativa, anche per contribuire agli sforzi di mediazione in corso». Dopo l’annuncio di Tajani, secondo quanto si apprende da fonti del ministero, tutti i cittadini italiani che desiderano lasciare il Niger avranno posto sul volo organizzato dall’Italia, mentre non sono previsti imbarchi di connazionali su altri aerei.


Il primo volo dalla Francia e il ringraziamento della Germania

È partito, intanto, il primo volo speciale allestito dalla Francia. Decollato da Parigi, l’aereo raccoglierà dalla capitale Niamey i primi cittadini francesi da evacuare. Le autorità d’oltralpe hanno offerto anche alle persone di altri Paesi europei la possibilità di lasciare il Niger a bordo dei propri velivoli. E la Germania ha consigliato ai propri cittadini di accettare la proposta di Parigi: «Possiamo confermare che i nostri colleghi francesi si sono offerti di accogliere i cittadini tedeschi a bordo dei loro voli dal Niger nei limiti della capacità disponibile. Il ministero degli Esteri consiglia, in linea di principio, a tutti i cittadini tedeschi presenti a Niamey di accettare questa offerta», ha scritto in una nota il ministero tedesco degli Esteri.


L’ipotesi di utilizzo di aerei militari francesi per l’evacuazione

La titolare del dicastero, Annalena Baerbock, ha ringraziato espressamente la collega francese Catherine Colonna. Secondo alcune fonti, la Francia potrebbe inviare nelle prossime ore diversi aerei militari, sguarniti di armi, per agevolare le operazioni di evacuazione. Un comunicato del ministero degli Esteri di Parigi, a inizio giornata, aveva rimarcato che, «tenuto conto della situazione a Niamey, delle violenze perpetrate l’altro ieri contro la nostra ambasciata e la chiusura dello spazio aereo che lascia i nostri connazionali senza possibilità di lasciare il Paese con i propri mezzi, la Francia prepara l’evacuazione dei suoi cittadini e dei cittadini europei che desiderano lasciare il Paese».

La cautela dell’Ue

Il governo spagnolo è al lavoro per l’evacuazione di oltre 70 cittadini iberici che si trovano attualmente in Niger. Nel frattempo, l’Unione europea prende tempo. «Seguiamo la situazione minuto per minuto – ha detto la portavoce di Bruxelles per la politica estera Nabila Massrali -. L’Ue ha deciso di offrire al suo personale la possibilità di lasciare Niamey su base volontaria, ma per il momento non prendiamo la decisione di evacuare formalmente il nostro staff». I vertici europei sono in costante contatto con il presidente destituito Bazoum, che – precisa Massrali – «è in buona salute anche se aspettiamo la sua liberazione».

Il colpo di Stato

Il Niger è piombato nel caos dopo che lo scorso 26 luglio la giunta militare ha destituito il presidente eletto Mohamed Bazoum. Il generale Abdourahamane Tchiani, capo della Guardia presidenziale, si è auto-proclamato nuovo leader del Paese. Una mossa che ha suscitato diverse condanne da parte della comunità internazionale, in particolare dei Paesi occidentali. A guardare con interesse a ciò che sta avvenendo in Niger è invece la Russia, che già può contare sull’appoggio di due Paesi confinanti: Burkina Faso e Mali. Non è un caso che i sostenitori dei golpisti abbiano sventolato bandiere russe, mentre il gruppo paramilitare Wagner ha diffuso un presunto messaggio del leader Yevgeny Prigozhin, secondo cui il tentativo di golpe in Niger sarebbe una «lotta contro i colonizzatori».

Credits foto: EPA/Issifou Djibo | Un gruppo di manifestanti a Nuamey, in Niger (30 luglio 2023)

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