Chi c’è dietro il manifesto di «scienziati e professionisti» che nega l’emergenza climatica

Sono 1.500 i firmatari della «Dichiarazione mondiale sul clima», il manifesto negazionista dell’emergenza climatica pubblicato dalla fondazione Clintel

Geologi, ingegneri, deputati, docenti universitari, ma anche sommelier, fotografi e commercialisti. Sono queste le qualifiche dei 1.500 firmatari della «Dichiarazione mondiale sul clima», il manifesto negazionista dell’emergenza climatica pubblicato dalla fondazione Clintel. Quest’ultima si presenta online come «climate watchdog» indipendente. È stata fondata nel 2019 dal professore di geofisica Guus Berkhout – che ha un’ampia carriera nell’industria petrolifera – e dal giornalista scientifico Marcel Crok. Il loro motto è: «Non c’è alcuna emergenza climatica». E in questi giorni è rimbalzato su diversi media italiani ed è stato utilizzato come studio a supporto della tesi che non vi sarebbe «alcun motivo per creare panico e allarme». Il tutto mentre diverse città italiane e nel mondo stanno subendo pesanti nubifragi e incendi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato un appello assieme a Croazia, Grecia, Malta, Portogallo e Slovenia rivolto all’Unione europea parlando di «stato di emergenza climatica», e il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres a fine di luglio ha definito la crisi attuale uno stato di ebollizione globale.


Chi sono e che qualifica hanno

L’elenco dei firmatari è molto lungo e conta persone provenienti da tutto il mondo. Di italiani ce ne sono ben 179. Al primo posto figura il geologo Alberto Prestininzi, diventato noto ai media per l’acceso scontro con l’attivista di Ultima Generazione, Chloe Bertini e su cui Open ha fatto un fact checking in merito al grafico dell’Ipcc che ha mostrato in tv. Ma i firmatari non sono tutti scienziati o professionisti del settore. Compaiono, infatti, il nome del leghista Vito Comencini, membro della Camera dei Deputati Italiana dal 2018 e finito in un fascicolo della procura di Verona nel 2019 con l’accusa di vilipendio dopo la sparata contro Mattarella, il commercialista Enrico Bongiovanni, il fotografo Ferruccio Cornicello, il sommelier Maurizio Fiorelli, e l’architetto urbanista Luigi Fressoia. Altri si presentano solo con nome e cognome, oppure sono insegnanti dei licei o persone in pensione. Ma c’è anche chi come Gianni Pettinari si firma fondatore del gruppo Facebook «Falsi allarmismi sul riscaldamento globale».


La giustificazione: «Valutiamo l’impegno, non i titoli»

Chi è entrato a far parte dell’elenco teoricamente dovrebbe esser passato sotto un’attenta valutazione personale del team della fondazione Clintel. Ma Prestininzi – che figura come l’unico italiano inserito tra i firmatari considerati più illustri – ha ammesso a il Fatto Quotidiano che la selezione «non è particolarmente severa: certo, esaminiamo le domande e le referenze, ma più che i titoli valutiamo la continuità di impegno e le motivazioni».

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