Bardonecchia: l’allerta meteo mancata e i dispersi (tutti ritrovati). Giovani volontari spalano il fango – Il video

Il Comune invita i residenti a non usare l’automobile per il peggioramento delle condizioni meteo. I turisti lasciano l’area, danni ingenti

A Bardonecchia, il giorno dopo la frana, l’emergenza sta rientrando. Le persone, ospitate in alberghi o nel palazzetto dello sport, sono state lasciate libere di rientrare nelle loro case o nelle strutture ricettive in cui si trovavano fino a ieri sera. Lo si è appreso dall’unità di crisi allestita al Centro congressi. È stato sgomberato fuori città un campeggio abusivo. Nessun provvedimento invece è stato preso per il rifugio alpino Scarfiotti, che resta agibile. La frana che nella notte di domenica 12 agosto ha devastato Bardonecchia, nel giorno della festa patronale, non era stata anticipata da alcuna allerta meteo. Nonostante si fossero accumulate in tutto il Piemonte celle temporalesche, in alcuni casi anche molto potenti, nel bollettino di Arpa Piemonte ieri l’allerta gialla riguardava il nord del Piemonte e la pianura settentrionale nella regione. E la stessa previsione riguarda la giornata di oggi anche se il Comune fa sapere, invece, che nel pomeriggio è previsto un nuovo temporale e che per il momento invita tutti i cittadini a non utilizzare l’auto se non indispensabile.


Volontari al lavoro per spalare il fango

Per il momento si registra un solo ferito, ma i danni, anche dal punto di vista economico, sono notevoli. Tanti i turisti che stanno lasciando la zona. Intanto sono molti i volontari, anche giovanissimi, al lavoro per liberare la cittadina dal fango. L’ondata imprevista ha provocato danni rilevantissimi, secondo quanto dichiarato dal presidente della Regione Alberto Cirio. A cui adesso il Governo si impegna a rimediare «sostenendo ogni sforzo»: lo ha promesso, attraverso un tweet, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Che ha aggiunto: «Ho appena parlato con Alberto Cirio, presidente del Piemonte. Le persone disperse a Bardonecchia a seguito della frana sono state tutte ritrovate. Ringrazio il Dipartimento della Protezione civile e i vigili del fuoco per i soccorsi».

I fatti

Si è trattato di un vero e «tsunami di fango»: a provocarlo, una frana del monte Frejus sul torrente omonimo, che è poi straripato a valle con violenza. Un fenomeno che ha un nome ben preciso: “debris flow”, ovvero il movimento verso valle, lungo un versante o nel greto di un torrente, di materiale detritico anche di notevoli dimensioni, solitamente accompagnato da una notevole quantità d’acqua. Il piccolo comune della Val di Susa, a pochi chilometri dal confine con la Francia, è stato travolto da un fiume di detriti. Nei video che circolano sui social si vedono alcune persone tentare la fuga, mentre alle loro spalle il “fiume” trascina via cabine di ferro, alberi. In alcuni casi la piena ha travolto anche le auto. Risuona un urlo, nel panico: «Scappate, andate via».

Le persone sfollate a seguito dell’esondazione del Rio Merdovine sono state 120: hanno ricevuto ospitalità in un campo della Croce Rossa e in alcuni alberghi. Cinque persone erano state date per disperse, ma sono state in seguito rintracciate. Gli sfollati a metà giornata si sono ridotti a sessanta, tra gli sfollati gli occupanti dell’hotel La Betulla, col piano interrato completamente invaso dal fango, e i poliziotti in servizio al commissariato locale, che ha subito danni anche al parco auto. Alberto Cirio e l’assessore alla Protezione Civile Marco Gabusi hanno precisato che le verifiche già effettuate sulla diga di Rochemolles, sopra l’abitato di Bardonecchia, non hanno rilevato criticità. Oltre a quelli ai collegamenti stradali, al momento risultano problemi alla rete idrica e del gas, tanto che molti turisti stanno comunque lasciando la cittadina. Non sono ancora tornate completamente funzionanti le reti telefoniche.

(foto copertina ANSA/TINO ROMANO)

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