La storia di Thor, 10 anni in viaggio senza mai prendere un aereo: «Ho visitato 203 paesi prima di tornare a casa»

L’avventuriero in questi anni è stato minacciato di morte, si è ammalato gravemente di malaria e ha dovuto affrontare la pandemia

10 anni fuori casa, 203 Paesi attraversati. Torbjørn C. Pedersen, o meglio Thor, è tornato al punto di partenza. Nella sua terra d’origine, la Danimarca, dove nel 2013 a 34 anni ha annunciato che avrebbe compiuto il giro del mondo toccando ogni Stato. Ma per differenziarsi dagli altri, Thor si era dato 3 regole ferree: non prendere aerei, passare almeno 24 ore in ogni Paese e, soprattutto, non tornare mai a casa. E così è stato. «Ho scoperto che nessuno era mai andato in ogni Paese del mondo senza mai volare», ha raccontato in un’intervista al Guardian.


Le tappe

Diretto prima in Europa, poi in America; in questi dieci anni Thor è stato minacciato di morte, si è ammalato gravemente di malaria, si è sposato due volte con la sua compagna che lo ha raggiunto ben 27 volte e ha dovuto affrontare la pandemia da Covid bloccato a Hong Kong. Un incidente, però, ha confidato al giornale britannico, lo perseguita: «Sono stato fermato da uomini ubriachi, armati e ostili in uniforme militare nella giungla vicino al confine tra Camerun e Repubblica del Congo». Quella scena «mi perseguita», ha detto il viaggiatore. «Il mio cuore inizia a battere forte e piango. Il mio corpo ha sepolto in profondità questo trauma», conclude.


«Ho sperimentato il burnout»

Si è tenuto in forma facendo «30 flessioni e un minuto di plank al giorno», sottolinea. Il cibo più buono? «In Perù e in Africa centrale»; mentre il peggiore: «Il cervello di capra in Nigeria». Mentre si avvicinava la fine del viaggio, il 44enne ha spiegato di aver sperimentato il burnout. «Non ho sentito nulla quando ho raggiunto gli ultimi due Paesi. Niente di niente. I sorrisi che ho pubblicato online erano falsi», ha confidato. Una bella storia che ha anche una sua morale (o lezione). Durante i suoi 10 anni in giro per il globo terrestre, il nuovo Marco Polo o Ibn Batusta, ma anche un po’ di Tiziano Terzani, se consideriamo il suo anno senza mai prendere aerei, ha capito che «noi essere umani siamo molto più simili di quanto crediamo, ma siamo così svelti a vedere le differenze».

Non mollare mai

La soluzione dei momenti più difficili «non è necessariamente in te, viene dagli altri. Quando pensi di non avere più speranza è perché ancora non ha incontrato la persona giusta. Puoi trovare un migliaio di porte chiuse», ma ne è certo Thor, «ce n’è sempre una aperta. Non mollare mai», conclude. 

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