Sull'affidamento del piccolo si dovrà attendere la valutazione del Tribunale dei minori
Ha ottenuto il riconoscimento di maternità la 24enne georgiana che sabato scorso aveva abbandonato il neonato accanto ai cassonetti di via Pisanelli a Taranto. In mattinata, la giovane mamma – accompagnata dal suo legale Francesco Zinzi – si è recata negli uffici comunali per formalizzare la domanda e avviareo all’iter. Una volta concluso, si dovrà decidere sull’affidamento del piccolo. Su questo aspetto bisognerà, però, attendere le valutazioni del Tribunale per i minori poiché la 24enne – arrivata in Italia a marzo e nel capoluogo pugliese da circa un mese per lavorare come badante per un’anziana di 97 anni – è indagata per abbandono di minore. Nella giornata di ieri, giovedì 17 agosto, la giovane ha potuto abbracciare e in seguito allattare il figlio. Subito dopo averlo accolto nell’ospedale Santissima Annunziata della città pugliese, medici e infermieri avevano dato al bambino il nome di Lorenzo. Ma la mamma ha deciso di chiamarlo Gabriele, come l’arcangelo, secondo quanto riporta la Repubblica. Intanto, la 24enne è stata dimessa dal reparto di Ginecologia del nosocomio tarantino e adesso si trova in una struttura protetta. Nei giorni scorsi la ragazza aveva ammesso di aver abbandonato il piccolo per paura di perdere il suo lavoro di badante, e aveva già tentato di ottenere il riconoscimento ma a causa di un disguido burocratico tutto era slittato di qualche giorno.
A Gavirate, in provincia di Varese, il 20 agosto, ci sarà un evento in memoria di Darya Dugina, la figlia di Alexandr Dugin, filosofo e ideologo vicinissimo al Cremlino, morta nell’esplosione della sua auto in un attentato che secondo l’intelligence Usa è stato architettato da Kiev ed era probabilmente diretto al padre. Verranno recitate poesie di Dugina accompagnate da una piccola orchestra di musica classica. Sarà esposto «un ritratto di Darya realizzato da Sveva de Felice» e ci sarà un «collegamento con Mosca e Donbass». A intervenire Luca Siniscalco, docente di Filosofia ed Estetica all’Università telematica eCampus e Alessandra Colla, docente di Filosofia e giornalista che ad agosto 2022, che dopo la morte di Dugina aveva ritwittato: «Profondamente vicini al dolore immenso di un padre che piange la figlia». La location non è un posto scelto a caso. L’evento si terrà a La Corte dei Brut, ristorante che, racconta il Fatto Quotidiano in un pezzo del 2020, ha già ospitato fedeli al regime di Putin e amanti della destra radicale. «Qui, nel 2018 – spiega Andrea Palladino su Il Fatto – il padrone di casa Rainaldo Graziani, figlio di Clemente, cofondatore di Ordine nuovo insieme a Pino Rauti, offrì ad Alexandr Dugin la lampada di Yule, oggetto votivo delle SS, usata per festeggiare il solstizio di inverno. A fine agosto, Graziani, insieme all’inseparabile Maurizio Murelli a capo del gruppo Orion, fedeli sostenitori prima dell’Iran e poi della Russia di Putin – hanno accolto sorridenti Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti, radicali legati a Nessuno tocchi Caino».
Dugin e la Corte dei Brut, un legame lungo anni
Dugin è stato più volte ospite a La Corte, l’ultima per il festival Arte in Corte nell’estate 2022. Con l’intellettuale c’erano Andrea Scarabelli, Valentina Ferranti e Luca Siniscalco (Siniscalco e Ferranti ci saranno anche domenica). Si è parlato di euroasianesimo ma si sono evitati riferimenti sulla guerra in atto. Partecipò, a detta dei presenti, per parlare di Mito. Durante l’evento è stato Graziani stesso a rimarcare come nel 2019 abbia soggiornato alla Corte, una delle tappe di un lungo tour che ha riguardato 19 città. Graziani lo conosce bene, lo ha seguito nelle sue tappe. «Ma è davvero l’ideologo di Putin? L’uomo che ispira le mosse del presidente russo? Forse molto più di così, ma non è dato a saperlo», replicò alla testata Prealpina. La Corte dei Brut è stato anche perquisito nel 2014 dalla Squadra mobile di Roma dopo gli arresti sull’omicidio Fanella.
(dalla pagina Fb La corte dei Brut)
Nel 2019, quando correva la strage di Piazza Fontana, Graziani Jr su Facebook elencava diversi camerati di Ordine Nuovo da ringraziare perché «ci hanno lasciato in eredità, ovvero in custodia, Idee purissime come il diamante». Nel suo post di ringraziamento Graziani cita anche «l’averci insegnato l’Onore e la Fedeltà. Li ringrazio per averci insegnato a non smarrirci quando intorno a noi tutti si sono smarriti. Li ringrazio per averci insegnato allorquando calunniati e non ricambiare calunniando».
I relatori dell’evento: tra il passato “rossobruno” e il mito di Julius Evola
Anche i relatori per l’evento di Dugina sono scelti con cura. Ci sarà la giornalista e filosofa Alessandra Colla, moglie di Maurizio Murelli, militante di gruppi di estrema destra negli anni di piombo. Con lei Murelli animò il mensile Orion (fondato da lui nel 1984 a Saluzzo quando esce di prigione in semilibertà dopo 11 anni) e della casa editrice ad esso collegata (prima le Edizioni Barbarossa fondate nel 1979 in carcere, poi la Società Editrice Barbarossa diventata poi AGA Editrice). Orion fu considerata la rivista ai tempi di punta del pensiero “rosso-bruno”. Luca Siniscalco è dottorando in studi Umanistici Transculturali all’Università di Bergamo, professore di Estetica all’Università eCampus, e socio della Fondazione Evola, interessato da sempre della produzione di Julius Evola. Evola, per chi non lo sapesse, è un filosofo italiano che ha combinato il pensiero all’esoterismo, collaborando alla Scuola di mistica fascista. Valentina Ferranti, antropologa, saggista. Si occupa di mitologia e simboli legati alle antiche civiltà. Articolista di OZ Orizzonte Zero, rivista che offre una “controinformazione” e Inchiostro Nero, il cui colore non è una scelta casuale. “The impossibility of killing the future” è il sottotitolo dell’evento dedicato a Darya Dugina. In realtà anche cancellare il passato dietro a tutti questi volti risulta abbastanza impossibile.
In evidenza un momento del funerale di Darya Dugina | Foto Ansa