Il granchio blu e i pescatori liguri: «Ottimo da mangiare»

La Regione pronta a tutelare i miticoltori

Il granchio blu non sembra per il momento preoccupare i pescatori del mar Ligure. Anche perché, spiega il presidente dell’associazione dei pescatori di La Spezia Alessandro Cappelli, è stato avvistato per la prima volta nel 2016 proprio nel mare della cittadina ligure. «Lo dicono i biologi. Ma le più basse temperature e maggior salinità, rispetto all’Adriatico, «non rappresentano un terreno fertile per questa specie che sta devastando tutto il nord divorando pesci a molluschi. Sentiamo via radio i colleghi dell’ Adriatico e sono davvero in crisi di fronte a un nuovo nemico: una femmina di granchio blu depone fino 700 mila uova all anno, da qui la proposta di concedere una deroga allo strascico in Veneto sotto costa con reti a maglia larga per catturare solo i granchi».


I miticoltori

Secondo Roberto Trinca, venditore del mercato ittico genovese, «i granchi blu sono ottimi da mangiare e figurano già nei menù dei ristoranti della costa adriatica. Noi vendiamo granchi reali provenienti dal Canada e dal nord Europa. Sono ricercati e hanno anche prezzi medio alti. Per ora i granchi blu sono venduti nei mercati della costa adriatica che con milioni di presenze non hanno problemi di smaltimento». Intanto la Regione Liguria è pronta a tutelare i miticoltori. Il presidente Giovanni Toti e il vicepresidente con delega alla Pesca e Acquacoltura, Alessandro Piana fanno sapere che in questi mesi sono stati effettuati prelievi e indagini su tutta la costa ligure. Per capire l’evoluzione del fenomeno e intervenire, se necessario, per arginare l’eventuale invasione.


La pericolosità ambientale

«Essendo non nativo e tenendo presente la sua ‘pericolosità’ ambientale e socio-economica ad ora le azioni da fare sono quelle di studiarlo meglio. Ovvero monitorarne l’espansione e indagare se vi siano predatori naturali; pescarlo il più possibile con attrezzi selettivi (che non catturino altre specie) promuovendone il consumo», spiega Piana. «Lo faremo con gli uffici regionali che curano le aree marine, pesca e agricoltura con il Genoa Marine Center, Stazione Zoologica Anton Dohrn. Alla prima call Interreg presenteremo quindi un progetto in associazione con la Stazione zoologica Anton Dhorn, il centro per il Mare del Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Università di Genova», conclude.

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